I Carabinieri di Bologna stanno verificando quanto accaduto durante la passeggiata di Matteo Salvini al Pilastro, il quartiere del capoluogo in cui il leader della Lega ha suonato un citofono, il 21 gennaio, chiedendo se lì abitasse uno spacciatore. Secondo quanto riporta l’Ansa, i militari starebbero effettuando accertamenti interni.
Matteo Salvini, caso del citofono: il ruolo di un sottufficiale dei Carabinieri
Da parte del Comando provinciale non sono arrivati commenti su quanto riportato da alcuni quotidiani locali, ovvero il possibile ruolo avuto nella vicenda da un sottoufficiale dell’Arma.
Secondo alcune ricostruzioni citate dall’Ansa, la donna che ha accompagnato Matteo Salvini al Pilastro avrebbe riferito di essere stata messa in contatto con lo staff della Lega dopo la telefonata di un maresciallo di sua conoscenza.
Per la stampa locale si tratterebbe inoltre di un militare indagato per stalking e depistaggio ai danni di un avvocato, e sospeso dal servizio a fine 2019 con una decisione del Tribunale del Riesame, non esecutiva in attesa della Corte di Cassazione.
Al momento, riporta l’Ansa, non sarebbe comunque aperto in merito un procedimento disciplinare, né risultano esserci fascicoli penali.
Matteo Salvini, caso del citofono: l’interrogazione parlamentare del Pd
Sul caso del citofono, su cui era già intervenuto il segretario Nicola Zingaretti, c’è anche un’interrogazione del deputato del Pd Andrea De Maria al Ministero dell’Interno, che ha domandato se “le autorità competenti hanno richiesto a chi era presente, a tutela della sicurezza, informazioni” e “quali siano, nel caso, i riscontri ricevuti”.