Ad una settimana dalle Europee diventa sempre più profonda la rottura tra Lega e M5S. I due partiti sembrano essere distanti e distinti su tutti i temi, compresi quelli presenti nel famoso ‘contratto di governo’. E nel giro di accuse, sponda Carroccio, finisce anche il presidente del consiglio troppo vicino alle posizioni dei pentastellati. Tanto che Palazzo Chigi ha dovuto precisare il ruolo di Conte invitando i ministri a rispettare i propri ruoli. “Il Presidente del Consiglio Conte non partecipa alla competizione elettorale e non si lascia certo coinvolgere nella dialettica che la sta caratterizzando. Piuttosto invita tutti i ministri a mantenere toni adatti a chi rappresenta le istituzioni”, fanno sapere dal palazzo del Governo. “Il Presidente del Consiglio non dà e non ha mai dato ordini – proseguono -. Come previsto dall’art. 95 della Carta dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Coordina l’attività di tutti i ministri, nessuno escluso”.
Ora lo scontro si sposta sul dl famiglia. Un tema, che come spiega Di Maio, su cui si gioca il futuro del governo. “Posso passare sopra a tutto. Davvero sopra a tutto. Possiamo essere in disaccordo su alcuni punti e si trova un punto di equilibrio. Funziona così quando si governa in due. Questo vale per l’Autonomia. Ci sediamo e ragioniamo. Vale per il salario minimo, che noi vogliamo fissare ad almeno 9 euro lordi l’ora. Ci sediamo e ragioniamo. C’e’ una cosa però su cui non transigo. Una su cui non voglio discutere. Sono gli aiuti alle famiglie!”, scrive il capo politico del Movimento su facebook. “Io lo dico forte e chiaro: sulle famiglie si regge il futuro di questo governo. Mi prendo anche gli attacchi e gli insulti senza piagnucolare come fa qualcun altro, ma se qualcuno blocca un provvedimento che punta a stanziare un primo miliardo per le famiglie solo per il gusto di aggredire il MoVimento 5 Stelle no, non ci sto!. L’importante è fare le cose, non sabotarle!”, attacca il vice premier.
Il ministro per la Famiglia e le disabilità, Lorenzo Fontana, della Lega, risponde duramente al vicepremier. “Leggo dal documento della ragioneria dello Stato che il decreto che ha presentato Di Maio, e sul quale ha scatenato forti accuse nei miei confronti e nei confronti della Lega, non avrebbe le coperture. Mi spiace notare che da diverso tempo, in particolar modo oggi, il vicepremier Di Maio dica menzogne nei miei riguardi e nei confronti dei miei collaboratori”.
Ma anche sul dl sicurezza bis i due alleati sembrano essere arrivati ai ferri corti. “Il decreto sicurezza dovrà essere all’ordine del giorno del prossimo consiglio dei ministri” ribadiscono fonti del Viminale sottolineando che il provvedimento è pronto: “i tecnici hanno limato gli ultimi aspetti, il testo è solido, ragionevole e necessario”.