Tra le posizioni di Giorgetti e Salvini esiste di fatto un solco che si allarga sempre di più. Se la Lega presenta emendamenti al decreto Covid all’esame della Camera, il ministro per lo Sviluppo ci tiene a dire che «per la ripresa delle attività economiche bisogna garantire condizioni di sicurezza». «Il green pass – aggiunge – è una misura che va esattamente in questa direzione, quindi ne prevedo un’ulteriore estensione». Salvini assicura che su vaccini e passaporto verde è stato «approvato un documento che ha trovato l’accordo di tutti». E pure lo stesso Giorgetti, che avrebbe preso la parola durante la segreteria politica per assicurare che non ci sono divisioni.  

Viene da chiedersi perché lui si schieri apertamente e pubblicamente per l’estensione del pass verde mentre Salvini – e i gruppi parlamentari – si muovano esattamente nella direzione opposta presentando cinque emendamenti in questo senso inequivocabili. C’è pure da chiedersi perché Giorgetti abbia di fatto abdicato al suo ruolo di capo-delegazione della Lega nel governo. Salvini ci ha tenuto a dire che vuole chiedere direttamente a Draghi «che intenzioni ha sul green pass».

Sul tema, infatti, è incorso l’ennesimo braccio di ferro tra Draghi e il leader della Lega. Con il secondo che dice «no a ulteriori restrizioni», mentre il premier si sta muovendo esattamente nella direzione opposta. Non è un caso che non sia stata ancora convocata la cabina di regia sul passaporto verde in programma per giovedì, riunione destinata quasi certamente a slittare. Draghi, infatti, vorrebbe prima chiudere con Confindustria e sindacati per allargare il più possibile il pass vaccinale: non solo ai dipendenti pubblici ma anche al settore privato.