Matteo Salvini dopo la sconfitta subita al Senato non fa nessun passo indietro e rilancia su quanto detto in aula a Palazzo Madama. Anzi alza la posta in gioco. Conferma il suo si al taglio dei parlamentari e poi voto. Una procedura che difficilmente sarà accolta dal presidente della Repubblica. Non fa dimettere i ministri della Lega, vuole Giorgetti al posto di Tria, una “revisione” del reddito di cittadinanza e soprattutto non ritira la mozione di sfiducia a Conte. In una intervista al Corriere della Sera. Dice di stare a lavorare per un governo con Giancarlo Giorgetti come ministro dell’Econimia e a differenza di quello che “dicono Renzi e Di Maio, con il nostro governo non è in discussione quota 100 e non si toglieranno gli 80 euro, semmai sarà doveroso verificare il reddito di cittadinanza”. Ma su questo punto difficilmente riuscirà a trovare sponda nel M5STelle. Il ministro dell’Insterno ribadisce l’intenzione di votare la mozione di sfiducia al presidente del consiglio Conte. “Non siamo al mercato dei pesci. Forse che loro hanno cancellato tutti i no degli ultimi mesi?”, si chiede Salvini. “Comunque io ho preso tali e quali parole di Di Maio di cinque giorni fa: diceva testuale che dopo il taglio delle Camere si poteva andare a elezioni. Ma se è dopo significa che prima voti quello e poi si apre la crisi”. Un passaggio forzato, questo, che Costituzione alla mana sicuramente sarà bocciato dal presidente Mattarella. Così, guardano alla votazione del 13 agosto in Senato, Salvini, e forse sicuro che la maggioranza giallo verde del contratto di governo non rinascerà, parla di inciucio tra 5S e Pd. Però, dice Salvini, “voglio proprio vedere Paragone è la Boschi che votano insieme sulla commissione d’inchiesta sulle banche oppure sulle case famiglia tipo Bibbiano”. Nell’intervista parla anche degli accordi elettorali nel centro destra e del mancato incontro con Silvio Berlusconi. “Ho letto cose da pazzi. Che ci vogliono i notai per firmare accordi. Con Berlusconi ci siamo sentiti per telefono. Sono stato impegnato al Viminale, ci sono le navi di 5 Ong con 500 ospiti a bordo, c’erano due bimbi di sei mesi in difficoltà che eravamo pronti ad accogliere. E poi ho chiuso il dossier di Castel Volturno”.
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