Matteo Salvini non fa un passo indietro sull’obbligatorietà del green pass e del vaccino ma cerca di correre ai ripari dopo le affermazioni del presidente del consiglio, Mario Draghi, che vorrebbe spingere il governo ad imboccare la strada dell’obbligatorietà per certificato verde e vaccino. Nella Lega “non c’è tifoseria no vax e sì vax. Siamo per la libertà di scelta sul vaccino”. “Visto che ormai il 70% della popolazione adulta italiana è vaccinata, e lo ha fatto liberamente, la Lega era, è e sempre rimarrà per la volontarietà vaccinale. Siamo contro ogni tipo di obbligo”, spiega Matteo Salvini, sottolineando che “l’obbligo vaccinale tout court, a stasera, esiste solo in tre Paesi: Tagikistan, Turkmenistan e Indonesia, e con tutto il rispetto per tutti i popoli del mondo non penso che siano modelli democratici da seguire”. “Paga la spiegazione, non paga l’obbligo, la costrizione, la multa o il divieto”.
“L’abbiamo proposto in commissione e ce l’hanno bocciato ma lo riproporremo in Aula: se tu Stato, non dico mi imponi ma fai di tutto per portarmi a vaccinare, io dico: bene, ma se ci sono dei danni conseguenti, mi risarcisci tu che mi stai portando a fare questa scelta”, ribadisce il segretario della Lega. Per l’ex ministro degli Interni il green pass è giusto chiederlo, ma “non può essere uno strumento che permette di licenziare o discriminare”.
Sul Green pass il leader della Lega ha quindi rimarcato che è giusto chiederlo “allo stadio” o “in ospedale o nelle case di riposo”, ma “mi rifiuto di pensare il Green pass esteso a tutti, pensiamo in metropolitana alle 8 di mattino a Roma”. “Il Green pass dev’essere uno strumento che permette di lavorare, non può essere uno strumento che permette di licenziare o discriminare”.