Salvini: No a tassa sulla casa. Draghi: Non seguo il calendario elettorale

Mario Draghi e Matteo Salvini arrivano ai ferri corti e se le dicono di santa ragione. Senza usare mezze parole. Scontri verbali da brividi. Nessuno dei due, almeno per ora, è disposto a fare un passo indietro. Il premier, archiviate le elezioni amministrative, mostra i muscoli e vuole andare avanti con il calendario delle riforme per eliminare tutti gli ostacoli per la piena applicazione della forza propulsiva all’economia data dal Pnrr. Il segretario della Lega, dopo la batosta elettorale, cerca di rimanere a galla e non ha paura di mettersi contro il presidente del consiglio. Matteo Salvini ribadisce che il suo partito non uscirà dalla maggioranza che sostiene Draghi ma non farà l’agnello sacrificale: da oggi è pronto, come dimostrato nel cdm sulla legge delega fiscale, la Lega deve porta a casa risultati tangibili e visibili al proprio elettorato. “Il sostegno della Lega al governo non è in discussione quando si tratta di tagliare le tasse”, ha detto Matteo Salvini. “Il passaggio che porta all’emersione del nero e dell’abusivo va benissimo, ma ogni possibilità attuale o futura di un aumento della tassa sulla casa non potrà mai avere il sostegno della Lega”, ha detto il segretario del Carroccio. “Io sono in questo governo per ridurre le tasse, non per aumentarle, soprattutto su un bene primario come la casa, di cui 8 italiani su 10 sono proprietari di quella in cui vivono”. “La Lega non darà mai il suo ok a un aumento delle tasse. Partendo da quello che c’è scritto, perché verba volant scripta manent, nella delega fiscale approvata ieri in Cdm, al comma 2 dell’articolo 7, lettere A e B, un aumento possibile delle tasse sulla casa. Ecco perché la Lega non ha votato”, spiega Salvini mostrando ai cronisti i documenti della delega fiscale varata dal governo con l’assenza dei ministri leghisti. “Io non firmo un assegno in bianco e non mi basta che il ministro dell’Economia dica che gli aumenti potrebbero esserci dal 2026”, ha continuato Salvini e ribadendo che “questa è una patrimoniale su un bene già tassato”.

Immediata la risposta dal vertice Ue in corso in Slovenia di Mario Draghi. “Il governo va avanti: l’azione del governo non può seguire il calendario elettorale”. “Ieri o l’altro ieri ho detto chiedete a Salvini. Oggi lui ha parlato e ha detto che la partecipazione al governo non è in discussione: ci vedremo nei prossimi giorni”. E ribadisce che la riforma del catasto “non è una patrimoniale” perché “questo governo non tassa, non toccale case degli italiani. L’ho detto fin dall’inizio: questo governo non aumenta le tasse”, sottolinea il premier. “Il motivo è semplice, l’ho detto tante volte: l’economia italiana prima del Covid era molto fiacca e quando è entrata nella pandemia ha avuto un trauma, un tracollo tra i più alti tra i paesi Ue. Ora è il momento in cui le attività economiche sono ripartite, quindi lasciamo che ripresa si consolidi, non turbiamola con attacchi fiscali: questo il motivo dietro a questa decisione”, spiega Draghi.

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