Dopo una giornata di tensioni che hanno incrinato il rapporto fiduciario tra M5S e Lega sul dl fiscale tanto da far pensare alle dimissioni del presidente del consiglio, Giuseppe Conte, torna un sereno apparente nella maggioranza giallo verde. Ma le acque restano agitatissime nei palazzi del poter.
Matteo Salvini veste i panni del pompiere ed annuncia, dopo un no categorico, che sabato sarà a Roma per partecipare al consiglio dei ministri chiarificatore sul dl Fisco. “Sono in Trentino ma domani volo a Roma per risolvere i problemi. Basta litigi”. In una intervista rilasciata a ‘La Stampa’ chiarisce che la Lega non fa “ribaltoni, inciuci e tranelli” e ribadisce che il decreto è quello scritto. “In Consiglio io c’ero, Di Maio pure, Conte ce lo ha letto com’era scritto e l’abbiamo approvato. Mi sembra un enorme equivoco. Pericoloso, però: tutti in Europa – avvisa il ministro – non vedono l’ora di attaccarci, non è bene dargliene l’occasione. Ma per quel che mi riguarda, il decreto quello è e quello resta”.
Tra i 5S parla il senatore Gianluigi Paragone sulla risposta da dare all’Ue sui rilievi formulati alla Manovra economica italiana. “La nostra manovra economica è fatta con tutti i crismi. Se non piace all’Europa se ne farà una ragione. Le ricette dell’Europa sono state fallimentari. La Manovra economica non si tocca. Se pensano che andiamo a rivedere al ribasso le cifre si sbagliano di grosso”.
Ma dall’Europa continuano a piovere critiche sullo strumento finanziario approvato da Roma. E’ sempre il cancelliere austriaco Sebastian Kurz che arrivando al summit Ue-Asia a Bruxelles tuona contro l’Italia. “Come Unione Europea, non siamo disposti ad accettare il rischio di caricarci questo debito per l’Italia. L’Ue è un’economia e una comunità di valori, e funziona perché ci sono regole comuni a cui tutti devono aderire”, ha avvertito Kurz. Poi arriva la stoccata finale, “se si rompono queste regole, e l’Italia si allontana da Maastricht, allora significa che l’Italia si mette in pericolo, ma ovviamente mette a rischio anche gli altri”.
Una situazione che ha fatto schizzare lo spread Btp/Bund a quota 340 punti base, valori che non si raggiungevano dal marzo 2013.