Salvini tra fondi e partito unico

‘Il partito unico non e’ una cosa su cui mi alzo la mattina o vado a letto la sera: non ho sentito Berlusconi nelle ultime ore, spero di sentirlo oggi ma non ho partiti unici, fusioni e lottizzazioni in testa’,  ha detto il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini intervenendo a Radio anch’io su Radiorai uno.

La Rai come possibile terreno d’intesa? ‘Spero che la situazione in Rai si sblocchi il prima possibile perche’ c’e’ un’azienda che deve correre’. Quanto a Marcello Foa, ‘non ho ancora capito perche’ una persona nata e cresciuta a pane e giornalismo e Montanelli non possa lavorare per un’azienda come la Rai. La commissione di vigilanza l’ha bocciato solo perche’ lo propone Salvini, non mi sembra un motivo sufficiente per bloccare un’azienda come la Rai’.

Salvini aveva già in animo di cambiare nuovamente pelle alla Lega, ma dopo le Europee del 2019, possibilmente all’ indomani di un successo elettorale che lo vedesse superare di 25-30 punti i partiti cugini e di qualche incollatura i compagni di governo di M5S. Calderoli qualche mese fa ha messo giù una bozza del progetto del nuovo partito, la vicenda del sequestro dei soldi potrebbe accelerarne i tempi, però la strategia del leader leghista resta quella di rivolgersi agli elettori di Fi e Fdi direttamente, senza intermediazioni con i leader, come invece auspicherebbe l’ eterno mediatore, Giorgetti.

Pure chi conta in Forza Italia non pensa affatto al partito unico, contenitore nel quale rischierebbe di sparire.
Certo, il processo alla Lega sui soldi è l’ ennesima intromissione della magistratura nella politica, ma in ogni caso non scombinerà più di tanto i piani dei protagonisti. Finché il governo va avanti e fino alle Europee, ognun per sé, perché la storia insegna che nelle urne l’ unione di più forze fa la debolezza di tutte.
Poi arriverà il momento dei calcoli ma non sarà preceduto da manovre di corridoio e forzature di segreteria. La strategia comune è lasciare che le cose si assestino da sé e il partito unico, al massimo, diventi la sintesi di un percorso compiuto e non un punto di ripartenza.

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