Successo di presenze nel 2022 nei parchi archeologici e nei musei della Sicilia, Alberto Samonà: “Numeri importanti figli di scelte ben precise. Necessario che le politiche di valorizzazione del patrimonio culturale divengano stabili”
“I numeri importanti di ingressi registrati nei parchi archeologici e nei musei siciliani nel 2022 sono la dimostrazione che, quando si dedica attenzione e amore verso il patrimonio culturale, insieme a una programmazione e ad una «visione», le risposte positive non tardano ad arrivare. È lo stesso principio per cui la Sicilia è risultata essere la prima regione d’Italia per risorse economiche del PNRR Cultura e la seconda in assoluto per numero di progetti approvati fra il 2021 e il 2022. E questo, grazie al grande lavoro che abbiamo fatto negli anni scorsi, che non è passato inosservato”. A sottolinearlo sui suoi canali social è Alberto Samonà, già assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, che commenta così il dato di oltre tre milioni di visitatori che nell’anno appena trascorso si sono recati nei luoghi della Cultura regionali. “Non esiste il caso, ma si tratta di risultati, che nonostante le oggettive difficoltà connesse alle chiusure dovute alla pandemia, sono l’effetto di scelte ben precise di politica culturale – aggiunge Samonà – e questa si costruisce con idee, metodo e competenza. È per questo che occorre partire da questi numeri per dare stabilità all’offerta culturale, facendo in modo che le politiche di valorizzazione del patrimonio culturale, che abbiamo messo in atto negli ultimi anni, divengano stabili e prioritarie nell’agenda di governo. Non si può, nel commentare questi dati, non fare un plauso ai direttori e al personale dei musei, delle soprintendenze e dei parchi archeologici che lavorano con passione e abnegazione in condizioni, a volte, di difficoltà”. “La crescita diverrà costante – conclude – se, poi, oltre alle azioni di promozione e valorizzazione, si infonderà nuova linfa vitale al sistema dei beni culturali siciliani, attraverso procedure concorsuali che – come da me richiesto nel marzo del 2022 con una nota inviata all’assessorato Funzione Pubblica – possano far entrare nei ruoli regionali archeologi, storici dell’arte, bibliotecari, restauratori e più in generale, professionisti del settore, che colmino i vuoti di organico che purtroppo nei decenni si sono fatti sempre più ampi e che rischiano di vanificare ogni sforzo. A questo proposito, la linea tracciata su scala nazionale in questi mesi dal Ministero della Cultura e dal Ministro Gennaro Sangiuliano, costituisce un interessante e positivo esempio e un punto di riferimento da non sottovalutare”.