San Donato Milanese, terrore sul bus

Un ragazzino presente sull’autobus dirottato ieri  ha finto di pregare in arabo mentre, in realtà, stava avvertendo il padre che l’autobus era sotto sequestro. E’ uno dei dettagli raccontati dal sindaco di Crema Stefania Bonaldi, secondo la quale tra gli studenti, nonostante la paura provata in quei momenti “è scattato un gioco di squadra” per cercare di evitare danni peggiori da parte dell’attentatore.

“Mio figlio ha fatto il suo dovere, sarebbe bello se ora ottenesse la cittadinanza italiana”, dice Khalid Shehata, il padre di Ramy, il 13enne che ieri ha nascosto il cellulare all’autista sequestratore ed è riuscito a fare la prima telefonata al 112. “Siamo egiziani, sono arrivato in Italia nel 2001, mio figlio è nato qui nel 2005 ma siamo ancora in attesa di un documento ufficiale. Vorremmo tanto restare in questo Paese. Quando ieri l’ho incontrato l’ho abbracciato forte”.

Investigatori e inquirenti che indagando sul caso di Ouesseynou Sy, l’autista che ha sequestrato e incendiato il bus con 51 ragazzi ed è stato arrestato ieri, stanno cercando di acquisire il video-manifesto postato dall’uomo sul suo canale privato di una piattaforma web e inviato ai suoi conoscenti in Italia e in Senegal.

Nel filmato l’uomo spiegava le ragioni del suo ‘gesto eclatante’ contro le politiche migratorie italiane. Del video aveva parlato lo stesso Sy nel corso dell’interrogatorio davanti ai pm ieri sera.

L’uomo era stato condannato in via definitiva nell’ottobre del 2018 a un anno con la sospensione condizionale della pena: era accusato di aver molestato una diciassettenne ed era stato condannato in primo grado a Cremona per fatti risalenti al 2010. L’uomo era stato condannato in base all’articolo 609 del Codice penale per “fatti di minore gravità”. Da qui l’entità della pena. A questo si aggiunge una condanna per guida in stato di ebbrezza a Brescia nel 2007. L’autista si mise in malattia alcuni anni fa quando gli venne sospesa la patente per guida in stato di ebbrezza e, dunque, la società per cui già lavorava all’epoca, la Autoguidovie, non seppe nulla di quell’episodio.

Intanto si sta cercando di tornare alla normalità alla scuola di Crema. La madre di una ragazzina che non era a bordo del mezzo ha deciso comunque di portarla, nonostante la figlia abbia paura. “Ho deciso di portarla anche perche’ a casa avrebbe guardato la tv e si sarebbe ancor più preoccupata. Non ha dormito”.

Davanti alla scuola i genitori si interrogano. Filippo, che ha una figlia in prima media, sostiene che nell’azienda di autobus per cui lavorava il conducente che ieri ha dato fuoco al mezzo “non si fanno controlli”. “Conosco una persona che è andata in pensione e che lavorava per un’azienda di Milano: faceva controlli sulle sue condizioni quasi ogni mese”, ha raccontato: “E’ inaccettabile che sia accaduto questo”.

Ousseynou Sy è sorvegliato a vista in una cella insieme ad altri detenuti nel carcere di San Vittore dove è stato portato intorno all’una della scorsa notte. L’uomo, che subito dopo l’arresto era stato medicato in ospedale per ustioni leggere, ieri sera ha avuto solo il colloquio con il medico di guardia. Questa mattina, invece, incontrerà lo psichiatra, lo psicologo e l’educatore del reparto.

Terrore sul bus, pm: “Ha ammesso premeditazione, aveva fatto un video”

 

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