«Con recente sentenza, il Tar della Calabria ha chiarito che la Stazione appaltante ha interpretato in maniera corretta l’offerta, di quasi 224mila euro complessivi, formulata tramite Mercato elettronico della pubblica amministrazione dal vincitore dell’asta pubblica per il taglio e la vendita del materiale legnoso ritraibile da un bosco del
Comune di San Giovanni in Fiore ubicato in località Zarella». Ne dà notizia, in una nota, la vicesindaca di San Giovanni in Fiore, Daniela Astorino, che ha anche la delega all’Ambiente. «In pratica, il giudice amministrativo – spiega la stessa vicesindaca – ha stabilito che la gara in questione è stata gestita in maniera regolare e trasparente, sia per come ha agito la Stazione appaltante, sia alla luce delle puntuali precisazioni, richiamate in sentenza, che il Rup aveva fatto con riferimento alla formalizzazione del rialzo delle offerte rispetto al prezzo a base d’asta». «Ancora una volta, il
Tar della Calabria – sottolinea Astorino – ha confermato la legittimità delle procedure di gara indette e gestite
dall’amministrazione comunale di San Giovanni in Fiore. Nello specifico si trattava di una questione molto delicata, relativa allo sfruttamento economico di boschi di proprietà municipale, regolamentato a modo per volontà della sindaca Rosaria Succurro, sia per creare nuove risorse finanziare che per sbarrare la strada alla ’ndrangheta; la quale, come attestano gli esiti di diverse inchieste giudiziarie, negli anni scorsi – conclude la vicesindaca di San
Giovanni in Fiore – era riuscita ad inquinare questo settore economico a danno dell’intera comunità».
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