«L’ex giunta comunale di San Giovanni in Fiore ha perso le Primarie di coalizione e si è poi defilata in occasione delle ultime Comunali. Dovrebbe quindi riconoscere la legittimazione popolare dell’attuale maggioranza e rispettarla come impone la democrazia». Così la sindaca di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, replica ad un recente comunicato stampa della precedente amministrazione comunale, fino al settembre scorso guidata da Giuseppe Belcastro, del Partito democratico. «Capisco bene il fastidio – prosegue Succurro – che ha generato la sconfitta del gruppo locale di Belcastro, intanto ad opera di Domenico Lacava, che vinse le Primarie per la candidatura a sindaco nell’ambito del centrosinistra. Proprio quella sconfitta clamorosa ha annebbiato la mente dell’ex giunta comunale, che al contrario di Lacava ha il disperato bisogno di gridare per nascondere la propria inadeguatezza amministrativa». «Ecco i fatti. La Corte dei Conti – elenca Succurro – ha mosso rilievi pesantissimi alla passata gestione. A riguardo abbiamo agito correttamente per scongiurare il dissesto finanziario. Il Fondo nazionale per la non autosufficienza è stato istituito con legge del 2006, quindi non si capisce il riferimento di Belcastro e dei suoi ex assessori a vicende del 1997. Addirittura, stiamo spendendo l’annualità del 2015, che la giunta Belcastro avrebbe dovuto spendere e che invece è rimasta nel cassetto. Per l’assistenza ai disabili e agli anziani, con personale altamente qualificato abbiamo attivato un servizio che non c’era mai stato. Purtroppo, sulle politiche sociali c’è una voragine ampia: all’appello mancano circa 750.000 euro. Risulta che soldi destinati al sociale e alla disabilità siano stati spesi per feste e festini. Il vero problema è che questi soldi, in quanto somme finalizzate ma mai vincolate dall’amministrazione Belcastro, dovevano essere in cassa ma non ci sono». «Tra l’altro, oltre a vincolare i fondi per i disabili, stiamo anche mettendo mano – conclude la sindaca Succurro – sui fitti mai incassati per strutture, polifunzionali, ville e aree comunali date ad amici e parenti. Qualcuno avrebbe detto che “tanto pantalone paga!”. Con noi la musica è cambiata perché sono cambiati i musicanti. Tutti stanno pagando, compreso qualche “parente illustre”».
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