Sangiuliano tra Scurati e censure

“Noi che abbiamo subito censure vogliamo lavorare per la piena libertà di espressione”: con queste parole il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano commenta l’appello di tanti scrittori al Salone del libro di Torino, da Rushdie alla Strout, da Saviano a De Giovanni, sull’importanza della libertà di espressione: ‘Dedichiamo un pensiero al grande Aleksandr Isaevic Solzenicyn che trascorse anni nei gulag sovietici. E ricordiamo che, quando nel 1977 Carlo Ripa di Meana decise di dedicare la Biennale di Venezia agli scrittori del Dissenso nell’Europa dell’Est, fu duramente attaccato dal Pci”.

Sull’ennesimo attacco dello scrittore Antonio Scurati che, dopo il suo caso in Rai parla di “svolta illiberale”, il ministro ricorda all’autore di M.: “Quando ero direttore del Tg2 Scurati è stato intervistato più volte e ha potuto dire quello che voleva. Addirittura due servizi nello stesso telegiornale, ci siamo anche scambiati qualche messaggio”. Nel suo intervento, Sangiuliano ha dedicato il Salone a Piero Gobetti e proposto una mostra su di lui a Torino, poi ha citato un editore ebreo come Formiggini.

L’intervistatore gli cita Giordano Bruno Guerri, che ha detto “che gli intellettuali di destra sono pochi e vanno ognuno per conto proprio, ma meglio così se no litigherebbero sempre…”. “La differenza fra noi e la sinistra – replica l’ex direttore del Tg2 – è che non siamo irreggimentati, non abbiamo il ‘centralismo democratico’ del pensiero, non abbiamo il ‘contrordine compagni’ di guareschiana memoria”. Alla domanda se il percorso della destra italiana sia compiuto, Sangiuliano risponde senza esitazioni: “Grazie a una leader straordinaria come Giorgia Meloni, che tutto il mondo riconosce, abbiamo finalmente un grande partito conservatore occidentale. Quello che Prezzolini auspicò in un famoso articolo sul Corriere degli anni ’70 La destra che non c’è”.

L’obiettivo a cui tiene di più ora da ministro, conclude Sangiuliano, è “concludere il raddoppio di tre grandi musei: la Pinacoteca di Brera con Palazzo Citterio, gli Uffizi con i due nuovi siti di Careggi e Montelupo e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli con il recupero dell’ex Albergo dei Poveri che diventerà la più grande infrastruttura culturale d’Europa. Poi mi ha fatto piacere una lettera della commissaria europea alla Cultura che ci dà atto di essere fra i migliori nella capacità di spesa dei fondi del Pnrr”.

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