28 miliardi di euro. Tanto hanno speso le famiglie italiane di tasca propria per beni e servizi sanitari. Una spesa sostenuta pari al 1,76% del Pil per far fronte soprattutto alla scarsita' di cure domiciliari e integrazione socio-sanitaria, necessarie per sostenere l'aumento dei malati gravi e cronici. Lo si legge nel 46° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese. E anche se, secondo l'Ocse, la spesa out of pocket italiana nel 2010 e' stata pari al 17,8% della spesa sanitaria complessiva, quindi al di sotto della media Ocse del 20,1%, gli italiani spendono molto di piu' di altri Paesi europei come Francia (7,3%), Regno Unito (8,9%) e Germania (13,2%). Sotto esame il modello assistenziale socio-sanitario incapace di coprire solo una parte dei bisogni, lasciando scoperti proprio i soggetti che più ne avrebbero bisogno, soprattutto nel lungo periodo. Come evidenziano i dati del Ministero della Salute, ad esempio il numero medio di ore erogate a ciascun caso preso in carico dall'assistenza domiciliare integrata nel 2008 e' stato di circa 22 ore. Il che rende inevitabile per le famiglie supplire alle mancanze del sistema pubblico, e sostenere costi spesso insostenibili, quando si tratta di malattie gravi o croniche. A conferma di ciò la stima dei costi sociali diretti a carico delle famiglie, fatta dal Censis, vede una spesa di 6.403 euro per l'ictus, di 6.884 euro per il tumore e 10.547 per l'Alzheimer.
SaIa