Sanna Marin, giovanissima premier finlandese, sceglie di entrare nell’Alleanza Atlantica

La risposta degli Usa all’invasione dell’Ucraina russa è l’allargamento della Nato. Dopo che l’Ucraina ha dovuto rinunciare ad entrare nella Nato per il compromesso della sua neutralità, ci pensano Finlandia e Svezia a suggellare l’alleanza atlantica che passerebbe così da 30 a 32 paesi membri. Le due nazioni scandinave sarebbero pronte ad unirsi alla Nato già in estate.

Nonostante Putin abbia reso chiaro più volte la sua contrarietà ad un ulteriore allargamento della Nato, Washington è intenzionata a proseguire su questa linea. Il rischio sarebbe di mettere ancora più in pericolo la sicurezza del continente europeo, protetto ora da quella fascia di neutralità suggellata dalla Finlandizzazione decisa durante la Guerra Fredda.

La scelta della Finlandia è prevista per fine giugno. Nelle ultime settimane si sono intensificati gli incontri tra Helsinki Stoccolma e l’Alleanza. Anche la popolazione finlandese è sempre più favorevole ad un’entrata nella Nato. Questa svolta del paese che si è tenuto sempre neutrale è arrivata con l’aggressione russa dell’Ucraina. La Finlandia ora cerca garanzie per sentirsi più sicura. I due paesi hanno ricevuto spesso minacce, simili a quelle ricevute dall’Ucraina, per ambizioni atlantiste. Questo sarebbe un duro colpo a Putin ma anche una provocazione rischiosa.

Si rivoluzionerebbe così l’andamento della guerra ma anche l’ordine mondiale instaurato con la Guerra Fredda, gli equilibri durati sin da allora stanno cambiando con questa guerra ma non come voleva Putin. L’obiettivo dello zar era proprio quello di cambiare l’ordine mondiale precostruito che dava troppo vantaggio agli Stati Uniti, all’Occidente e alla Nato. La risposta del mondo a questa sua aggressione però ha portato ancora più vantaggio all’Occidente come mostra l’allargamento a 32 paesi della Nato.

La Svezia e la Finlandia temono che possa succedere nei loro paesi quello che sta succedendo in Ucraina per le manie espansionistiche e intimidatorie di Putin. Il sentimento di insicurezza e precarietà nella loro neutralità ha fatto ripensare alle carte in tavola alle due nazioni scandinave decidendo così di entrare il prima possibile nell’alleanza atlantica.

Tra pochi giorni Sanna Marin, apprezzata e giovanissima premier (la più giovane al mondo), a capo del governo della Finlandia, presenterà al Parlamento del suo Paese le motivazioni a supporto della scelta di entrare nell’Alleanza Atlantica, naturalmente in funzione anti russa.

“La Russia non è il vicino che pensavamo fosse”, ha dichiarato la 36enne con evidente riferimento alle vicende del conflitto in Ucraina. Poi ha esortato i leader del suo Paese a schierarsi con la NATO “in modo completo” e “rapido”.

La carriera di Sanna Marin ha coinciso con un’ascesa rapidissima. Già a 25 anni la ragazza, appartenente alla generazione dei millennials (nati tra il 1981 e il 1996), ha dato prova delle sue capacità amministrative e di canalizzazione del consenso. A quell’età – in Italia appena si comincia a votare al Senato – era alla guida della giunta comunale di Tampere, che conta circa 244mila abitanti.

Successivamente, è stata vicepresidente del suo partito (i socialdemocratici) ed è quindi stata eletta prima deputato, a soli 30 anni, e poi ministro per i Trasporti e le Comunicazioni, nel 2019.

La sua carriera politica ha raggiunto l’apice quando è stata nominata alla guida dello Stato, è succeduta all’ex premier ad Antti Rinne.

Dopo la guerra in Ucraina la Finlandia è vicina alla storica decisione: abbandonare la dottrina della neutralità e entrare nella Nato

Marin si è distinta per il pugno di ferro usato contro Putin nei suoi discorsi, sul tema delle sanzioni. Opinione della giovane leader finlandese è che l’Occidente non abbia fatto abbastanza per esercitare pressioni economiche sulla Russia. La priorità, quindi, sarebbe interrompere le forniture di carbone, gas naturale e petrolio russo.

“Riconosco che c’è ogni sorta di difficoltà e che i Paesi si trovano in posizioni diverse. Tuttavia, le persone muoiono ogni giorno in Ucraina. Dobbiamo porre fine alla guerra. Dobbiamo essere pronti a scendere a compromessi nella nostra vita quotidiana. Dobbiamo essere pronti a pagare un prezzo per porre fine alla guerra”, queste le sue parole sul conflitto in Ucraina.

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