In Finlandia si è scritta una pagina di storia a livello politico. Sanna Marin ha conquistato le elezioni, diventando la premier più giovane del mondo. Ma la sua è una storia molto particolare che potrebbe segnare un cambiamento per un argomento molto delicato come quello della maternità o paternità per due genitori dello stesso sesso.
Nata a Helsinki il 16 novembre 1985 da due donne, Sanna Mirella Marin ha vissuto in diverse città da giovane prima di trasferirsi a Tampere per gli studi. Sin dalla scuola si è interessata al mondo della politica con l’elezione nel Consiglio Comunale della città finlandese nel 2012. Da qui il suo lungo cammino che l’ha portata ad entrare in Parlamento tre anni dopo. Il suo primo incarico nella maggioranza è arrivato il 6 giugno 2019 quando è stata nominata ministro dei trasporti. Anche se il ruolo più importante è arrivato qualche mese dopo con l’elezione a primo ministro.
La nuova premier finlandese ha il semplice compito di governare e frenare l’ascesa dei Veri finlandesi (Perussuomalaiset) il partito anti immigrazione che secondo gli ultimi sondaggi sarebbe votato da un quarto degli elettori. Ma non è sola. Perché nel Paese di Babbo Natale è successo un miracolo impensabile alle nostre latitudini: cinque donne, quattro sotto i 35 anni, guidano i partiti di centrosinistra che da giugno governano in coalizione: la ministra dell’Interno Maria Ohisalo, 34enne a capo della Lega Verde (Vihreä liitto), Katri Kulmuni, 32enne leader del Partito di Centro (Suomen Keskusta) e la ministra dell’Educazione Li Andersson dell’Alleanza di Sinistra (Vasemmistoliitto). L’unica eccezione, solo d’età, è Anna-Maja Henriksson, 55enne a capo del partito di minoranza linguistica svedese, lo Svenska folkpartiet i Finland.
Il 75% degli elettori finlandesi è più vecchio Sanna Marin ma questo non ha impedito al Partito socialdemocratico finlandese di renderla la premier a oggi più giovane del mondo. «Non mi tirerò indietro» ha detto autocandidandosi a inizio dicembre per guidare il Paese, subito dopo la decisione del premier Annti Rinne di dimettersi dopo che il Partito di Centro aveva deciso di ritirargli la fiducia. A novembre Rinne non ha gestito in modo tempestivo lo sciopero del servizio postale che è durato due settimane e si è esteso anche alla compagnia aerea di bandiera, la Finnair, prima di trovare un accordo con il governo. La nomina del nuovo premier spettava al partito socialdemocratico, arrivato primo alle elezioni di aprile. Marin ha battuto la concorrenza del suo collega Annti Lindtman, 37enne capogruppo del partito socialdemocratico perché riempiva molte caselle politiche. Questa 34enne cresciuta a Pikkala, un piccolo comune vicino a Tampere, è da mesi il volto del partito in televisione, secondo la stampa locale nei vari talk show e interviste si è sempre dimostrata empatica, pragmatica e sicura di sé.
Le ultime elezioni hanno visto la vittoria dei socialdemocratici e di conseguenza di Sanna Marin, la prima ministra più giovane in tutta Europa. Una vittoria che potrebbe cambiare la storia del mondo politico visto che la sua coalizione era formata da partiti che avevano come leader solo donne.
La madre, cresciuta in un’orfanotrofio, ha cresciuto Sanna con la compagna con un lavoro modesto. A causa del basso reddito della famiglia, Marin ha lavorato come commessa per pagare gli studi. «La mia è stata una famiglia svantaggiata, senza un forte Stato sociale e il sistema educativo finlandese non avrei mai avuto successo. Vengo da una famiglia arcobaleno e per questo sostengo l’uguaglianza di genere e i diritti umani», ha detto. Anche la ministra dell’Interno e leader dei Verdi Ohisalo deve tutto al welfare finlandese. La sua famiglia era così povera che ha passato il suo primo compleanno in un rifugio per senzatetto con la madre.
Ma oltre lo storytelling, il vero motivo della sua nomina riguarda il punto principale del programma di governo del pentapartito finlandese: raggiungere la neutralità delle emissioni di Co2. Dopo le elezioni di aprile, durante i colloqui per formare il governo Marin è stata a capo del tavolo in cui si discuteva di questo tema. La neo premier è considerata l’ala più a sinistra del partito in grado di dare un nuovo volto al Suomen Sosialidemokraattinen Puolue e attrarre il voto giovanile. Molti suoi oppositori nel partito considerano Marin una politica di poca esperienza e una talebana dell’ambientalismo per le sue posizioni radicali ma questo le ha garantito anche l’appoggio fondamentale della Lega Verde e dell’Alleanza di sinistra con cui è in stretto contatto da sempre.
La nomina di Marin dovrà essere ratificata al più presto perché il 12 dicembre dovrà rappresentare il Paese durante il Consiglio europeo a Bruxelles. Un evento importante perché sarà la tappa conclusiva dei sei mesi in cui la Finlandia è stata presidente di turno del Consiglio dell’Unione europea, l’organo che riunisce i vari ministri dei 28 Paesi Ue in base al dossier da affrontare. La comunicazione e la mediazione sono due qualità necessarie per affrontare i prossimi mesi di governo. Marin è stata scelta anche perché considerata meno divisiva e preponderante rispetto a Rinne che durante le due settimane di sciopero ha invaso molte volte il campo del ministro competente per la materia, il centrista Sirpa Paatero. Non a caso ha detto in un’intervista al quotidiando Helsingin Sanomat: « Come primo ministro, sarò cauta nel prendere una posizione troppo divisiva rispetto gli altri ministri. Il premier deve esercitare la prudenza».
Nelle prossime settimane conosceremo meglio la nuova leader finlandese. E’ anche molto attiva sui social. Il suo profilo Instagram (@sannamarin) è seguito da oltre diecimila persone ma il numero sembra essere destinato ad aumentare.