Gli Articolo 31 sono tornati ad esibirsi sul palco dell’Ariston per la quarta serata del Festival di Sanremo: per l’occasione sono saliti sul palco con Fedez e non è mancata una frecciatina nei confronti di Giorgia Meloni.
J-Ax e Jad hanno messo da parte la loro canzone su come si sono ritrovati dopo tanti anni di lontananza, per esibirsi in un medley dei loro pezzi più famosi dei primi anni 2000. Hanno cantato Domani smetto, Spirale ovale e ovviamente anche Ohi Maria.
Proprio durante questa canzone, l’inedito trio ha lanciato una battuta in direzione della premier Meloni. Dal palco di Sanremo hanno gridato: “Giorgia, legalizzala“. Il riferimento alla cannabis è chiara, ed è una battaglia che J-Ax sostiene da anni.
Difficile che il messaggio passi: Fratelli d’Italia si è spesso espressa contro la liberalizzazione delle droghe leggere, anche durante la proposta di referendum del 2021.
Con questa nuova frecciata alle sfere della politica italiana, Fedez fa due su due. Oltre a cantare, suonare e accompagnare gli Articolo 31 in un nostalgico medley tra break dance e celebri pezzi, il marito di Chiara Ferragni è già travolto dalle polemiche.
La Rai si è dissociata, ma come sottolineato dall’ex presidente Roberto Zaccaria non avrebbe dovuto censurarlo in nessun caso. Durante la prima serata del Festival, Roberto Benigni ha infatti ricordato come l’articolo 21 della Costituzione garantisca di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Stefano Coletta, direttore dell’intrattenimento del prime time Rai, si dissocia in modo netto dal monologo, sottoforma di freestyle, che Fedez ha scandito nel corso della seconda serata del Festival di Sanremo. Il cantante, rappando, ha attaccato pesantemente diversi politici.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione della terza serata di Sanremo 2023, Coletta ha dichiarato in merito alla performance dell’artista milanese: “Mi dissocio, è stato un inammissibile attacco personale”.
Il dirigente della Tv di Stato Coletta ha detto che la libertà di espressione non può in alcun modo diventare un attacco personale. Ha inoltre confermato ciò che ha raccontato Fedez in diretta, cioè che la Rai non era a conoscenza dei dettagli del testo del freestyle. Va sottolineato che lo stesso artista, in diretta e rivolgendosi ad Amadeus, si è assunto la piena responsabilità delle sue parole.
“Confermo che eravamo a conoscenza di un testo, ma non ci aveva comunicato la performance e poi ci ha detto che l’avrebbe cambiata – ha spiegato Coletta in conferenza stampa -. A nome della Rai, ritengo che la libertà sia un diritto sacrosanto che deve esprimersi attraverso tutte le forme d’arte e attraverso tutti i pensieri che un individuo può avere”.
Sanremo, Fedez e la canzone contro Bignami e Roccella: ex presidente Rai spiega perché non si poteva censurare.
“A nome della Rai, però, in maniera molto netta – ha aggiunto – sento di dirlo che mi dissocio fortemente dagli attacchi personali che la performance di Fedez ha rappresentato nella gestualità. La gestualità può fare male quando diventa attacco personale. Diciamo che non è più libertà quando si tramuta in un attacco personale, peraltro a un vice ministro del nostro governo che si era già trovato a chiedere scusa per una foto e per un capitolo molto chiuso”.
E ancora: “Questo tipo di attacchi non sono un sintomo di libertà e lo dico a nome dei miei vertici e come amministratore del servizio pubblico, non possiamo che sottolineare che quando l’attacco diventa frontale e personale, non c’è libertà che tenga”.
L’ex presidente della Rai Roberto Zaccaria, a proposito del monologo rappato sanremese di Fedez (il cantante ha attaccato diversi esponenti politici durante la sua performance), ha spiegato che la tv di stato non ha potuto e non avrebbe eventualmente nemmeno dovuto fare alcuna censura preventiva.
“Fedez, invitato al Festival, ha fatto un monologo facendo affermazioni personali e significative richiamandosi all’art.21″, ha aggiunto Zaccaria.
L’ex presidente Rai ha anche ricordato un fatto personale risalente a 25 anni fa: “Nel 1998 fu l’allora onorevole Mattarella a suggerirmi amichevolmente di prendere in considerazione la proposta che mi era stata fatta da Violante di un possibile ritorno in Rai dove sarei stato eletto Presidente. Conosco le tensioni che accompagnano la nascita di un Festival. Ho partecipato all’organizzazione di ben quattro edizioni di Sanremo, due delle quali molto irrituali condotte da Fazio con grande successo”.
L’ex dirigente del servizio pubblico ha evidenziato inoltre che sul Festival ci sono moltissime pressioni: “Sanremo è la trasmissione di punta della Rai ed io credo che rientri al pieno diritto nelle trasmissioni di Servizio pubblico. Le attenzioni politiche istituzionali dietro le quinte sono enormi. Ricordo quelle legate alla presenza di Eminem (era il 2001 e conduceva Raffaella Carrà)”.
Secondo Zaccaria, per quel che riguarda l’edizione di quest’anno della kermesse, la Rai è “partita con il piede giusto, con due grandi notizie: la presenza storica del Presidente Mattarella a Sanremo e l’esordio con uno straordinario monologo di Benigni sul settantacinquesimo anniversario della Costituzione”.
Quindi ha ribadito la sua stima per il comico toscano: “Le sue parole sono state musica pura, nessun altro costituzionalista avrebbe potuto fare meglio” (si ricorda che Zaccaria è un costituzionalista).
“Il Presidente in visita privata è parso gradire, sempre con la sua cifra discreta. Benigni ha citato in modo impeccabile l’art.11 sul ripudio della guerra e l’art.21 sulla libertà di pensiero. Anche il pubblico ha mostrato di gradire molto con ascolti record. Subito si sono levati i distinguo, le critiche ed i mugugni”, ha concluso l’ex presidente Rai.