Anche altri resti ossei nella tomba contenente la salma di De Pedis, custodita all’interno della basilica di Sant’Apollinare. Ancora impossibile capire a chi appartengano le reliquie che verranno analizzate, proprio per poterne definire l’identità.La tomba contiene il corpo di De Pedis. Nessun dubbio: è di Enrico De Pedis il corpo contenuto nel sarcofago custodito nella basilica di Sant’Apollinare. A confermarlo, l’analisi delle impronte digitali effettuate dalla polizia scientifica. Già da una prima analisi era risultato evidente che il cadavere, ben conservato, appartenesse a un uomo.I controlli sono stati effettuati dal medico legale Cristina Cattaneo, il gruppo Labanof dell’istituto di medicina legale di Milano, insieme un gruppo di archeologi e antropologi forensi.La riapertura della tomba di De Pedis, era infatti prevista per oggi, iome disposto dall’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. A Sant’Apollinbare, dove si trova il sarcofago, erano presenti il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, accompagnato dal suo legale e gli avvocati della famiglia di ‘Renatino’.“E’ importante sciogliere tutti i dubbi – ha detto Pietro Orlandi – anche se questa è un’ipotesi a cui io non ho mai creduto molto, ma soltanto sciogliendo questi dubbi potremo percorrere la strada per arrivare alla verità”.Sul posto, inoltre, il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, il capo della squadra mobile di Roma Vittorio Rizzi e un pool di agenti della polizia scientifica. A pochi metri dalla chiesa è arrivato anche un furgone dei servizi funebri su cui probabilmente saranno trasportati i resti del boss della Magliana.”Ho sentito poco fa la mamma di Emanuela, mia zia Maria mi ha chiamato. Voleva venire ma non se l’è sentita”, ha detto Pasquale Lo Russo, cugino di Emanuela tenendo in mano un cartello con su scritto aderisco alla petizione per la verità su Emanuela Orlandi. “Quando ho saputo della scomparsa, il 22 giugno del 1983 avevo pensato a una scappatella amorosa, non avrei mai pensato a una cosa del genere”, ha aggiunto. “Grazie all’interessamento del papà e poi di Pietro, che ha avuto questa caparbietà di poter andare avanti per cercare di arrivare alla verità, oggi si sta verificando qualcosa di buono, sperando che sia utile – ha sottolineato – Spero che la verità venga a galla”. A chi gli chiedeva se crede nella pista della banda della Magliana, ha risposto “Sinceramente no”.
Tags NULL
Riprova
“The EBRAINS-Italy Research Infrastructure for Neuroscience challenges”: verso una grande infrastruttura di ricerca europea
Napoli. Villa Doria d’Angri, location elettiva per i convegni di livello in ambito universitario, ospita …