Novità nelle indagini sull’incidente ferroviario di Santiago De Compostela. L’autista del treno frenò in ritardo perché era al telefono con un collega della società ferroviaria Renfe. Quando si accorse di quello che stava per accadere, si attaccò ai freni, ma la velocità eccessiva, di ben 193 km/h, ha ostacolato l’arresto del convoglio. Inoltre, all’imbocco della curva della morte, dove saltò fuori dai binari come un trenino-giocattolo, correva a 152 all’ora mentre il limite sarebbe stato di 80. Sono i dati che emrgono dall’esame delle scatole nere fatti oggi dai tecnici del Tribunale galiziano. Inoltre infervora anche la polemica politica: mentre il ministro dello sviluppo, Ana Pastor, annuncia che riferirà al Congresso su quanto è accaduto, il Blocco nazionalista gallego (Bng), chiede che siano istituite due commissioni d’inchiesta, in seno ai parlamenti nazionale e regionale. A cinque giorni dal tragico deragliamento, che ha causato 79 morti e 178 feriti, sono 66 le persone ancora ricoverate nell’ospedale di Santiago, 15 delle quali in condizioni definite “molto critiche” dai medici. E le indagini rivelano elementi sempre più sconcertanti.
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