3200 a.C.: a tanto risale Uruk, città della Mesopotamia meridionale che è stata riconosciuta come prima città del mondo. L’abitato si trova nell’attuale Iraq e con la sua popolazione di circa 50mila persone è stato il più antico insediamento umano che abbia preso la forma di città come possiamo intenderla al giorno d’oggi. Riconosciuta come tale nel Guinness World Records, Uruk si estendeva per 450 ettari ed era protetta da una doppia cinta muraria lunga quasi dieci chilometri.
Due i criteri che hanno permesso di attribuire a questo insediamento lo status di città, ovvero la specializzazione del lavoro e la stratificazione della società. Abitata dai Sumeri prima e dai Babilonesi poi, la città fiorì grazie al commercio e all’agricoltura per poi distinguersi anche come centro artistico grazie a mosaici e monumenti dalla fattura pregevole.
Addirittura, nella sua stagione migliore, Uruk arrivò a ospitare fino a 80mila abitanti che resero l’area la più popolosa al mondo. Stando alle tracce rinvenute e ai documenti ritrovati, la città nacque dall’unione di due precedenti insediamenti – Kulab ed Eanna – entrambi dotati di luoghi di culto per le pratiche religiose. E presto Uruk acquisì un ruolo fondamentale negli equilibri politici dell’intera Mesopotamia.
E se il nome non vi suona del tutto nuovo è perché è legato all’epica di Gilgameš che fu re di Uruk e a cui è dedicato un celebre poema. Anzi, si racconta che fu proprio lui a far erigere le mura della città mentre il tempio di Eanna è attribuito al suo predecessore Enmerkark, considerato fondatore di Uruk nella ‘Lista dei re’.
Oggi la zona è una regione paludosa a una ventina di chilometri dal fiume Eufrate, a oltre duecento chilometri da Bagdad. Sembra anche il nome ‘Iraq’ derivi proprio da Uruk ma la questione è attualmente tema di dibattito ed è anzi smentita da molti studiosi.