Sara Biagiotti, ex sindaca di Sesto Fiorentino ed ex renziana rilascia di ferro una lunga intervista a Repubblica. La sua scalata all’interno del Pd è durata poco. Nel luglio 2015 con la ‘congiura di palazzo’ dalemiana è stata sfiduciata in giunta. Poi un lungo silenzio fino allo sfogo di due settimane fa, alla direzione democratica. ‘C’era un sogno che si è visto sparire. Il più grande partito del centrosinistra europeo che perde 6 milioni di voti non è una sconfitta: è una disfatta’.
La colpa va data a Renzi: ‘La rottamazione riassumeva un’esigenza che tutti sentivamo da anni: andare verso il rinnovamento significava più equità, giustizia, trasparenza, merito. Potere significa potere di fare le cose, cambiarle. Non tenere il potere per sé’.
Non manca il riferimento ad Etruria: ‘In due mesi si è perso il 3 per cento dei consensi sulle banche. Il partito è stato identificato con l’establishment. Capisco che l’equazione sia stata Etruria uguale Boschi uguale Renzi. Però si doveva fare in modo che gli organismi che dovevano vigilare vigilassero senza entrare nel merito, non bisognava schierarsi. Rispondere alle accuse a livello personale, ma non schierare il partito e sovrapporlo a quella vicenda’.
Ne esce un quadro poco consolante: ‘Non puoi scegliere quelli che ti sono più fedeli. Devi circondarti di persone più brave di te. Se vuoi solo chi ti dice di sì hai un consenso illusorio, prima o poi ti si ritorce contro. I fedelissimi ti fanno perdere il contatto con la realtà, ti danno sempre ragione. Non si può considerare chi dissente come un nemico: lo spirito critico è indispensabile. Invece ho visto denigrazione sistematica del dissenso, cinismo. Risultato: La gente ci odia. C’era la sensazione di poter fare quel passo in avanti che in tanti volevano fare. Il fatto di non essere riusciti è stato percepito come un tradimento’.