Roberto Saviano ospite della trasmissione di Raitre "Che tempo che fa" condotta da Fabio Fazio, Milano, 05 novembre 2012. ANSA/MATTEO BAZZI

Saviano a Salvini: “Ministro della Mala, ti ecciti a vedere bimbi morire?”

No Roberto Savino. Così non va bene. Le immagini della denuncia del fondatore della Ong Oscar Camps della donna e del bambino non sono piaciute a nessuno. Fanno male. Sono un colpo alla sensibilità di qualsiasi essere umano. Sono state stigmatizzate da tutti. Ma anche il post pubblicato sulla pagina dello scrittore napoletano non vanno bene. Quelle parole, dure, durissime contro il ministro dell’Interno e, in misura minore, il ministro delle Infrastrutture e Trasporti sembrano incitare alla violenza. A volere e giustificare violenza. Un incitamento a colpire due ministri della Repubblica italiana. No, così non va bene perché la critica, giustissima, non deve sfociare in un inno alla violenza. Perché, purtroppo, in questo Paese qualche cittadino potrebbe sempre agire, non con le parole, ma con qualsiasi altro mezzo contro qualche rappresentante dello Stato perché fomentano da un post dello scrittore sotto scorta e paladino della giustizia e della non violenza che porta il nome di Roberto Saviano.

Ed ecco cosa scrive lo scrittore di Gomorra su facebook.  “ASSASSINI! Ministro della Mala Vita, sui morti in mare parla di “bugie e insulti”, ma con quale coraggio? Confessi piuttosto: quanto piacere le dà la morte inflitta dalla guardia costiera libica, sua (mi fa ribrezzo dire “nostra”) alleata strategica?”, chiede a Salvini. “Lei che sottolinea continuamente di essere padre, “da papà” quanta eccitazione prova a vedere morire bimbi innocenti in mare? Ministro della Mala Vita, l’odio che ha seminato la travolgerà”. E poi passa ad accusare lo stato maggiore del Movimento 5 Stelle e soprattutto il ministro delle infrastrutture e dei Trasporti. “Come travolgerà gli imbelli a 5stelle, e tra di loro l’impresentabile Toninelli, sodale del Ministro degli Interni in questa tetra esaltazione della morte degli ultimi della Terra”. E poi si rivolge popolo, probabilmente al suo popolo, che non rappresenta tutti gli italiani, ma si speri che ragioni.

E scrive. “Noi tutti, che oggi ci vergogniamo di vivere questi tempi per la nostra impotenza, abbiamo il dovere di ricordare i nomi di coloro i quali hanno legittimato questi assassini. Dobbiamo ricordare i nomi degli influencer cialtroni finanziati da Mosca, di quelli che all’occorrenza spacciano fake news ed elaborano teorie del complotto”. “I vostri nomi li conosciamo bene”, scrive Saviano alludendo al duo Salvini-Toninelli. Come dire, miei prodi, sappiamo chi sono, li conosciamo e quindi possiamo colpirli. Per un predicatore della non violenza si spera che queste restino solo parole e non possano indurre qualche ‘folle’ ad agire contro qualsiasi persona che non la pensa come Saviano. E per evitare di dimenticare altre categorie del potere, chiude il suo post accusando i giornalisti.

Per il Viminale la versione diffusa dalla Ong Proactiva Open Arms, secondo la quale vi sarebbe stata un’omissione di soccorso da parte dei libici, “è una fake news”. E le stesse fonti sottolineano che “nelle prossime ore” verrà resa pubblica “la versione di osservatori terzi che smentiscono la notizia secondo cui i libici non avrebbero fornito assistenza”.

Circa Ge.Ne.

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