Matteo Salvini non ha potuto partecipare all’udienza del processo per diffamazione nei suoi confronti che vede imputato Roberto Saviano. Il ministro ha presentato istanza di legittimo impedimento, poiché impegnato in una videoconferenza sugli investimenti sulle ferrovie in Calabria e successivamente in un pranzo di beneficenza a Milano. Saviano deve averle considerato come scuse approntate per evitare il processo, visto che ha sentenziato che “è evidente che Salvini sta scappando.Mi sta portando a processo da 5 anni”, ha detto Saviano uscendo dall’aula al termine dell’udienza, quando è tornato a vestire i panni della vittima: “Le sue sono querele fatte per intimidire, mandare messaggi: un’azione preventiva contro chi reputa suoi nemici. Oggi ha mandato una dichiarazione in cui spiega che doveva presenziare una riunione in videocollegamento, dimenticando che lo poteva fare da Roma, e per un pranzo di beneficenza a Milano”, ha recriminato lo scrittore, dalle cui parole si deduce che gli impegni istituzionali del vicepremier dovrebbero passare in secondo piano rispetto al processo che lo vede imputato per aver definito Salvini “ministro della mala vita” sui social. L’udienza rinviata al 10 luglio.
Lo scrittore Roberto Saviano accusato di diffamazione per alcuni post sui social riferiti a Matteo Salvini. L’udienza si terrà davanti al Tribunale monocratico di Roma. I post, oggetto del capo di imputazione in cui si contesta di aver offeso la reputazione del senatore Salvini, risalgono al giugno 2018. Saviano definì Salvini “ministro della malavita”.
‘’Salvini mi porta a processo per averlo definito Ministro della Mala Vita”, scrive lo scrittore Roberto Saviano su Facebook. “Piacerebbe, a Salvini, poter dire: ‘querelo Saviano che mi ha definito malavitoso’, ma la questione è un tantino più complessa. Gaetano Salvemini definì Giovanni Giolitti ‘Ministro della Mala Vita’ perché utilizzava il sud Italia come bacino di voti dimenticandolo una volta vinte le elezioni e soprattutto perché sottovalutava e ignorava i problemi più gravi e atavici da cui il Sud era (ed è) afflitto. Matteo Salvini a Napoli, nel 2019, durante la sua prima conferenza stampa in città da Ministro degli Interni, disse che i problemi di Napoli erano i troppi motorini sequestrati e tenuti nei depositi comunali e gli immigrati. Praticamente un marziano in città- Prima ancora a Rosarno, nel 2018, tenne un comizio davanti ad affiliati di ‘ndrangheta, persone della cosca Bellocco e imparentate con i Pesce. Sapete cosa fece Salvini con queste persone nelle prime file? Disse che il problema di Rosarno era la baraccopoli, mica la presenza capillare della ‘ndrangheta sul territorio… E la soluzione? Ruspe, mica alloggi dignitosi per chi lavora da schiavo, vittima di caporali italiani legati alle cosche. Qualcuno teme i professionisti dell’antimafia, peggio sono gli incompetenti in ruoli apicali”.
Come al solito, e come già accaduto per il processo che lo vede imputato per aver dato della “bastarda” a Giorgia Meloni, Saviano fa la vittima e considera un insulto alla stregua di un’opinione. Per poi concludere: “Fiero di difendermi dall’orrore di questa politica populista”.
Anche per i suoi legali, del resto, gli appuntamenti che hanno impedito a Salvini di partecipare al processo non configurerebbero legittimo impedimento: secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa LaPresse, infatti, l’avvocato di parte civile ha chiesto l’applicazione di una multa al ministro Salvini, ritenendo la sua assenza non supportata da validi motivi. Non la pensa così il giudice, che ha accolto l’istanza di Salvini e rinviato l’udienza davanti al Tribunale monocratico al 10 luglio, quando oltre al ministro saranno ascoltati anche altri testi.