Semaforo giallo dal Consiglio dei Ministri al decreto “Sblocca cantieri”. Il documento è stato approvato ma solo “salvo intese”. Stessa formula utilizzata per il testo sulla Brexit: ‘salvo intese’. Nei fatti ancora nulla è stato definito dettagli. Tutto rinviato perché l’intesa politica tra Lega e M5S non è stata trovata alla vigilia del CdM. La divisione tra i due azionisti del governo gialloverde, su questi aspetti, sembra essere totale. Il braccio di ferro tra M5s e Lega è durissimo e lo scontro minaccia di proseguire per giorni. ll consueto vertice a tre di Conte con Salvini e Luigi Di Maio per sciogliere i nodi politici questa volta non c’è stato. E i risultati si sono visti nella riunione del Governo. I nodi sono tanti e tali, che la riunione inizia dopo pranzo per essere quasi subito sospesa e poi aggiornata (anche causa impegni di Conte) alla serata. Il governo approva, con un sostanziale accordo nella maggioranza ma “salvo intese”, il decreto per parare i colpi del “No deal” sulla Brexit. Lì vengono inserite le norme sul golden power che rafforzano la tutela sull’infrastruttura G5 prevedendo l’obbligo di notifica anche per gli acquisti per la realizzazione e gestione delle reti, quando posti in essere da soggetti extra-Ue. Una norma erga omnes, ma che serve a placare i timori emersi anche in ambienti Usa su Huawei, in vista del memorandum di intesa con la Cina che sarà firmato sabato a Roma.
I ministri di M5s e Lega sono divisi anche sul decreto per la crescita, che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte annuncia per la prossima settimana. “Rischiamo di approvare un decreto Blocca cantieri, senza la s”, lamenta la Lega. E Matteo Salvini, che al Cdm giunge assai irritato, elenca le cose che “mancano” nel testo preparato da Danilo Toninelli con la supervisione di Conte. Il premier media, smussa. “Si parte divisi per colpire uniti”, dice.
Capitolo complesso quello dello ‘Sblocca cantieri’. La formula “salvo intese” sintetizza le divisioni tra M5S e Lega e lascia aperto lo spazio all’inserimento di norme per la crescita tanto care ai leghisti. Salvini fa ingresso in Cdm visibilmente irritato. “Così non si sblocca niente”, lo sentono dire. Davanti alle telecamere lo dice chiaro e tondo: “Mancano tante opere da sbloccare. E manca un sostanzioso incentivo alla ripartenza dell’edilizia privata”. E’ il pacchetto per la “rigenerazione urbana” che secondo il M5s conteneva un condono. “Nessun condono ma devono ripartire manutenzioni, messe a norma, adeguamenti ambientali e antisismici, con sconti alle famiglie. Se non riparte l’edilizia, non riparte l’Italia”. Fino all’ultimo si cerca una mediazione su punti come i commissari per le opere, con l’ipotesi di due supercommissari per Anas e Fs. Così il testo ‘licenziato’ da palazzo Chigi ‘salvo intese’ certifica le distanze tra Lega e M5S. Il testo cambierà,sarà modificato e come ripetono Salvini e Di Maio un ‘accordo si troverà’.