Sul tavolo delle riforme fiscali, la modifica dell’attuale architettura degli scaglioni Irpef è presente da tempo, e lo stesso governo Renzi, prima del 4 dicembre di un anno fa, lo aveva nella propria agenda. La revisione degli attuali scaglioni per il pagamento delle imposte e la fruizione delle agevolazioni fiscali previste dalla normativa vigente resta un tema forte nel dibattito politico, e si ripropone con forza in questi giorni, come si legge sul sito delle piccole-medie imprese pmi.it.
La riforma dell’Irpef dovrebbe colmare le lacune dell’attuale sistema, caratterizzato da problemi come l’elevato livello di aliquote marginali, medie e marginali effettive, una struttura a scaglioni poco equa, che tende a ridurre l’offerta di lavoro e la partecipazione al mercato, alimentando il sommerso. L’opinione condivisa è che sia necessaria una riforma dell’Irpef capace di ridurre il peso fiscale (la pressione fiscale in Italia è tra le più alte della zona Euro) e semplificare il sistema tributario italiano.
Una delle ipotesi è di superare l’attuale sistema a scaglioni per lasciare il posto alla flat tax al 25%, che porterebbe però ad effetti redistributivi non desiderati che potrebbero essere compensati dalla definizione di un reddito minimo esente e un impatto di detassazione molto forte, concentrato soprattutto sui redditi molto bassi e molto elevati, che tuttavia aprirebbe a problemi di gettito.
Tra le ipotesi più caldeggiate c’è quella che prevede una riduzione delle prime aliquote, ma anche in questo casi si pongono problemi di gettito, coinvolgendo tutti i contribuenti, compresi quelli con redditi più elevati. Problemi che potrebbero essere superati da una riduzione selettiva delle aliquote per i giovani, che però viene criticata da chi solleva dubbi di compatibilità costituzionale.
La soluzione sembra quindi ricadere su una revisione sostanziale delle agevolazioni (deduzioni e detrazioni) fiscali, con particolare riferimento a quelle detrazioni che attualmente sono fruibili solo da chi ha un’imposta IRPEF, ovvero da lavoro, sulla quale applicare le agevolazioni. Il riferimento è alle detrazioni per i carichi familiari che oggi vedono esclusi i cosiddetti incapienti.
Tre scaglioni Irpef è poi la proposta dei Radicali Italiani che prevede un taglio drastico delle imposte dirette per poi andare ad orientare il sistema tributario verso le imposte indirette e quelle sulla proprietà immobiliare, per renderlo più favorevole alla crescita economica. Per i Radicali il nuovo sistema di tassazione dei redditi delle persone fisiche dovrebbe essere basato soltanto su tre aliquote, mantenendo la no tax area per i redditi fino a 8 mila euro:
- 20% per redditi da 8mila a 40mila euro l’anno;
- 30% tra 40mila e 60mila euro;
- 40% oltre 60mila.
I Radicali propongono infine un’imposta sul reddito delle società (IRES) ridotta a un livello pari all’aliquota Irpef più bassa (20%).