Dovrebbe andare nel dl Aprile la norma per contenere le scarcerazioni dei boss, disposte dai magistrati di sorveglianza per ragioni di salute, che mira a un maggior coinvolgimento nelle decisioni della Direzione nazionale antimafia e nelle Direzione distrettuali, a cui sta lavorando il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede con la Commissione parlamentare antimafia. Un’altra via possibile sarebbe l’inserimento in un provvedimento ad hoc, che conterrebbe anche la proroga dell’entrata in vigore della riforma delle intercettazioni.
“Accogliendo la proposta venuta anche dal Pd, il Presidente Morra ha convocato per dopodomani la Commissione Antimafia, per esaminare la situazione legata alle scarcerazioni di alcuni boss mafiosi, che tanto sconcerto e preoccupazioni hanno creato. In Commissione Antimafia e in Parlamento lavoreremo per sostenere una proposta chiara: quella di coinvolgere da subito, nella definizione dei provvedimenti dei magistrati di sorveglianza su detenuti al 41 bis, la Procura e la Direzione Nazionale Antimafia. Questo può essere già fatto con un prossimo decreto, come ha ipotizzato il Ministro della Giustizia. Vogliamo evitare che pericolosi detenuti per il 41 bis, con collegamenti con la criminalità organizzata, possano uscire, e vogliamo porre fine a volgari speculazioni come quelle di Salvini”. Così in una nota Franco Mirabelli, capogruppo dem in commissione Antimafia e Walter Verini, responsabile Giustizia nella segreteria nazionale del Pd.
“È grande la preoccupazione che l’emergenza Coronavirus possa essere sfruttata dai boss per uscire dal carcere e vedere commutata la loro condanna in detenzione domiciliare. Ovviamente non è in discussione la libertà dei magistrati di sorveglianza di prendere le loro decisioni, sicuramente sempre dettate dal rispetto delle norme e della civiltà giuridica. Il timore è piuttosto che a rendersi complici dei criminali siano le inefficienze burocratiche e il mancato coordinamento tra i centri decisionali. Inefficienze che potrebbero avere conseguenze gravi non solo nei casi dei capi mafia al carcere duro ma anche per i detenuti mafiosi in alta sicurezza. Se ci sono falle nel sistema, vanno immediatamente trovati i rimedi”. Lo dice Maria Falcone, presidente della Fondazione Giovanni Falcone, intervenendo sulle recenti scarcerazioni di detenuti per reati di mafia.
“Che le mafie siano pronte a trarre profitto dalla crisi socio-economica non prodotta ma certo aggravata dall’emergenza sanitaria, lo denunciamo da tempo. Ma che sia lo Stato stesso a offrire loro opportunità di ricchezza e potere è davvero inaccettabile. Sì, perché va in questa direzione anche il permesso concesso ad alcuni boss mafiosi di commutare il regime carcerario del 41-bis in arresto domiciliare”.Lo sottolinea don Luigi Ciotti, presidente di Libera, che chiede perciò di “porre al più presto rimedio al provvedimento scellerato che trasforma la detenzione al 41-bis dei boss mafiosi in arresti domiciliari”.