Scarsità idrica nazionale e governo Meloni

La scarsità idrica è un fenomeno caratterizzato da un decremento dell’acqua disponibile in un particolare periodo di tempo e in una particolare zona, che può essere anche non arida ed causato dal frequente susseguirsi di periodi di siccità.  Rispetto alla siccità, la carenza idrica ha sempre cause umane. Attualmente, circa il 14% della popolazione dell’Africa vive in condizioni di scarsità idrica, mentre l’Asia e il Pacifico, che ospitano il 60% della popolazione mondiale, dispongono appena del 36% delle risorse idriche globali. A causa del cambiamento climatico, si prevede un aumento della frequenza e dell’intensità di tali eventi, con circa 450 milioni di bambini che vivono in aree ad alta o estremamente alta vulnerabilità idrica.

La siccità rappresenta una delle sfide più complesse che l’umanità è costretta ad affrontare. Entro il 2050, questa piaga potrebbe colpire oltre il 75% della popolazione mondiale: ciò significa che da 4,8 a 5,7 miliardi di persone potrebbero vivere in aree con carenza d’acqua per almeno un mese all’anno e ben 216 milioni di persone si troverebbero ad abbandonare le loro case, secondo le stime dell’Onu.

Per promuovere una maggiore consapevolezza su questo delicato tema, la National Geographic Society – in collaborazione con l’Università di Utrecht – ha realizzato una mappa globale interattiva che mostra i punti caldi della crisi idrica e quanta ne viene impiegati nei vari settori (agricolo, industriale e domestico), svelando il divario fra la domanda e la disponibilità d’acqua dolce; quest’ultimo viene definito “gap idrico”.

“La mappa mondiale dell’acqua sarà uno strumento di grande impatto per supportare la ricerca, la conservazione, l’educazione e la narrazione dell’acqua dolce”  spiega Alex Tait, geografo National Geographic Society.

A registrare un drammatico record nel Vecchio Continente è proprio l’Italia. Nel 2019, ultimo anno per il quale i dati sono disponibili, il gap idrico è stato pari a 1,8 km³ d’acqua nelle Regioni affacciate sulla costa occidentale e di 1,7 km³ nelle Regioni orientali, come mostra la mappa interattiva:

Naturalmente la situazione è andata ad aggravarsi, visto il prolungato periodo di siccità che stiamo vivendo negli ultimi mesi, con fiumi in secca e laghi ai minimi storici e scarsità di precipitazioni.

Sin dal suo insediamento, il governo Meloni ha affrontato lo storico problema della scarsità idrica sul territorio nazionale, nominando un commissario straordinario l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno. Intervenuto presso la commissione Ambiente della Camera, il commissario, Nicola Dell’Acqua, ha delineato i principali interventi necessari per affrontare la grave situazione di scarsità d’acqua. Che le regioni del sud Italia e le isole stanno affrontando, a fronte delle abbondanti precipitazioni registrate al nord. Nel suo rapporto, ha messo in luce le principali azioni intraprese, i risultati ottenuti, e ulteriori proposte da presentare alle autorità competenti. Uno dei punti resta quello della gestione critica degli invasi e delle infrastrutture per l’approvvigionamento idrico primario. Le carenze in queste aree rendono la nostra nazione particolarmente vulnerabile agli effetti dei cambiamenti climatici, aggravando una situazione già precaria.

Nel corso del dibattito è emerso che, le precipitazioni e l’aumento delle temperature, con conseguente incremento dell’evapotraspirazione, hanno un impatto diretto sui tassi di ricarica naturale delle falde acquifere. Questi cambiamenti peggiorano la vulnerabilità del sistema idrico italiano e la capacità di soddisfare i fabbisogni idrici della nazione.

Per contrastare efficacemente la crisi idrica, il governo, per mezzo del commissario Dell’Acqua, suggerisce una serie di azioni immediate da mettere in atto. La prima su tutte riguarda il finanziamento delle opere prioritarie, con investimenti mirati per migliorare e ampliare le infrastrutture esistenti. In secondo luogo risulta necessaria un’elaborazione di bilanci idrici aggiornati per ciascuna autorità di bacino. Per verificare la quantità di acqua disponibile a fronte delle richieste per diversi utilizzi.

Infine, il commissario auspica un’estensione della governance regolatoria, con una maggiore regolamentazione e controllo sull’approvvigionamento idrico primario. A tali interventi vanno aggiunte le misure di risparmio idrico previste dall’articolo 146 del Testo Unico Ambientale (152/2006). Per razionalizzare i consumi ed eliminare gli sprechi, come la necessità di migliorare la manutenzione delle reti, promuovendo soluzioni di risparmio idrico tra cui i sistemi di irrigazione efficienti e riuso delle acque reflue. Tenendo conto dell’aggravarsi della siccità in alcune Regioni, resta comunque essenziale un approccio coordinato tra il governo gli Osservatori delle autorità di bacino e le amministrazioni regionali. Una sinergia per garantire un monitoraggio efficace e una rapida attuazione delle misure necessarie per contrastare l’emergenza idrica. Solo attraverso un impegno collettivo e azioni mirate sarà possibile mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e garantire un futuro sostenibile per le risorse idriche della nazione

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