“Bugie imbarazzanti”. Commenta così il procuratore capo di Grosseto, Verusio la versione fornita in tv da Schettino “sconcertato e imbarazzato”per le dichiarazioni rilasciate dal comandante della Costa Concordia.
“Lui – ha dichiarato Verusio – conosce bene la verità, perché gli atti, depositati dal gip, sono anche nelle sue mani. Testimonianze, registrazione di ciò che avvenne in plancia: tutto dimostra quali sono le sue responsabilità. Ed è tutto a sua conoscenza. E poi, suvvia, all’indomani dell’arresto ammise ‘d’aver fatto una cazzata e ora si dipinge come il comandante perfetto che non è pentito di nulla. Da non crederci!”.
”E’ normale che io debba chiedere scusa, quindi è normale che io debba chiedere scusa, proprio come rappresentante di questo sistema, a tutti”. E’ quanto ha detto il comandante Schettino, in un’intervista a Canale 5. Schettino si è poi definito “vittima di tutto questo sistema”. Al giornalista che gli chiede se pensa di dover chiedere scusa per il naufragio della Concordia, Schettino risponde: “Certamente, perché io non pensavo mai potesse accadere una cosa del genere, va al di là di ogni intenzione di voler fare qualcosa del genere. Nell’incidente non solo viene identificata la nave, l’azienda, viene identificato il comandante”. “Il mio cordoglio, il mio affetto più sincero va alle persone che purtroppo non ci sono più – dice Schettino – Il danno economico sicuramente ci sta, i danni sono per le perdite, per le persone che sono state colpite nei loro affetti e alla fine sicuramente per l’azienda e per il comandante della nave, che poi è stato vittima di tutto questo sistema, questa cosa che è successa, che è un sentimento indescrivibile, è ben minore dell’affetto di una madre che perde una bimba. Sicuramente, è incommensurabile. Però la perdita della nave per un comandante è qualcosa per cui non esiste un metro di dolore”. Quando gli viene chiesto della morte della piccola Daiana Arlotti, Schettino risponde che preferisce non parlarne: “Questa è una domanda che mi distrugge, è terribile”.
Poi in merito alla presunta liaison con la giovane moldava Domnica Cemortan, precisa che tra i due c’è solo amicizia: “E’ normale che ci sia stato gossip – ha detto Schettino parlando di Domnica – E’ sicuramente una persona socievole, simpatica e un po’ amica di tutti, non necessariamente doveva essere qualcosa di più”. Quando gli viene chiesto se al momento dell’inchino Domnica fosse in plancia, Schettino risponde che “stava aspettando fuori dove sta la tenda e aspettava la cabina libera, la chiave che gli avrebbe poi fornito”, perché “lei era una mia amica e del capo commissario, una persona che voleva fare una crociera con le sue amiche a bordo, voleva comprare un biglietto in Russia, disse che nelle agenzie russe non era riuscita a trovare un posto sulla nave e quindi l’ aiutammo a trovare regolarmente una cabina e un regolare biglietto di viaggio”. Riguardo quella sera, Domnica “é stata a cena con me – racconta Schettino – è stata assieme anche al capo commissario perché alla fine ripeto ci sono delle persone con cui vale la pena farsi due risate, nient’altro”.
“Questo è un incidente banale – ha detto poi Schettino – nel quale la fatalità ha trovato breccia proprio nell’ interagire tra esseri umani. Si è creato credo, di base, un malinteso e proprio per questo c’é la rabbia. E’ come se tutte le teste, compresi gli strumenti, fossero andati in black-out”.” In quel momento lì io sono salito sul ponte – racconta Schettino – ho ordinato la navigazione manuale e non avevo io il comando, la direzione della navigazione era dell’ufficiale”. Poi aggiunge “mi faccio la colpa di essere stato distratto e che quella distanza come di routine doveva essere riportata, perché chiunque osservi al radar una situazione di eccessiva vicinanza deve per forza farlo presente”. “La mano divina – racconta Schettino citando il proprio memoriale – è proprio per dire ci stava un’ostruzione, il fiuto, l’osservazione di vedere, l’essere attenti, mi ha fatto intuire un qualche cosa da compiere che era importante”, tanto che “alla fine sono riuscito ad evitare l’impatto frontale”. Poi, parlando dell’inchino Schettino nega chi sia stato fatto per dimostrare le sue capacità alla moldava Domnica Cemortan e spiega: “c’é una differenza tra un inchino e un passaggio, quello doveva essere un passaggio ravvicinato all’isola, perché in caso di inchino noi, generalmente, si riduce la velocità, si va a distanza ravvicinata, si scelgono le carte giuste per fare l’inchino ad una certa distanza dalla terra: se fosse stato programmato un vero e proprio inchino, non sarebbe successo perfettamente niente”.