Schlein con Emiliano, assurdi protagonisti del collasso politico del sistema Puglia

In Puglia dal terremoto Emiliano che coinvolge in linea diretta il Pd emerge la forte irritazione della segretaria, Elly Schlein che chiede, fuor di ogni logica,  massimo rigore e atti concreti al Pd pugliese.

Il Pd in una nota che giunge al termine di una giornata politica complicata attesta una ”Forte irritazione della segretaria per le vicende giudiziarie emerse in questi giorni. Schlein ha chiesto massimo rigore e atti concreti al Pd pugliese che ci sta già lavorando, e al Presidente Michele Emiliano di aprire un netto cambio di fase in Puglia”, afferma la nota.

Cosa vuol dire? Le dimissioni del presidente Emiliano? Nei giorni scorsi a Bari la Schlein aveva detto che bisogna tenere lontani trasformisti e interessi sbagliati; e che serve rispetto per la comunità democratica fatta da tanti amministratori e militanti che hanno gli anticorpi per scardinare la cattiva politica”. Parla di un cambio di fase?

Sul Pd pugliese abbiamo  Schlein che si rivolge direttamente a Emiliano per chiedere “un netto cambio di fase”. Non aiuta a capire cosa il Pd abbia in mente neanche Andrea Orlando, che era stato l’unico a parlare in giornata: “Se posso dare un consiglio, non provvedimenti arbitrari, ma che abbiano l’ambizione di aprire una fase diversa”. “Fase nuova”, “fase diversa”.

Il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte,  ha annunciato il ritiro dei consiglieri regionali del movimento da tutti gli incarichi in Consiglio e in Giunta.  Il leader M5S ha proposto subito dopo a Emiliano, presidente della Puglia, un patto per la legalità. Che contiene misure in merito alle candidature e alla fase elettorale; allo svolgimento del mandato da parte degli eletti; ai contratti pubblici e alle nomine e designazioni. Il cuore del patto sarebbe l’istituzione di un assessorato alla legalità e di un organo ispettivo per la legalità funzionalmente dipendente dal nuovo assessorato che agirà in coordinamento con il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza.

Intanto il governatore Emiliano in serata è da Vespa per i “Cinque minuti” su Rai1. E si arrampica sugli specchi, fingendo di non capire che il sistema Emiliano è in discussione.

“Il rispetto della legalità e delle regole è un principio che è da sempre alla base della nostra attività istituzionale, politica e amministrativa. L’amministrazione regionale è schierata sin dal primo giorno contro ogni forma di malaffare, contro le mafie, sempre pronta a denunciare irregolarità, a trasmettere in procura notizia di ogni situazione opaca, è costante nel costituirsi parte civile nei processi. La nostra attività di vigilanza ha stanato in questi anni gravi reati in danno della Regione, cito su tutte la truffa nel settore agricoltura che aveva sottratto alla casse regionali 20 milioni di euro, e la corposa attività del Nirs, il Nucleo ispettivo regionale sanitario, organismo da me potenziato per accogliere, istruire e trasmettere all’autorità giudiziaria ogni segnalazione in ambito sanitario, organismo guidato attualmente da un ex prefetto antimafia. Un lavoro enorme di controllo di cui la Regione Puglia è stata parte attenta e attiva e non è un caso che spesso le inchieste partano proprio dalle nostre segnalazioni. Le parole di Giuseppe Conte in tema di legalità dunque arrivano coerenti con quello che noi siamo sempre stati e siamo tuttora. Sono corrispondenti ai valori che hanno ispirato la mia intera vita all’interno delle istituzioni. Questa sensibilità è un punto fortissimo in comune non solo con me, ma con la stragrande maggioranza degli uomini e delle donne che sono stati protagonisti del cambiamento della Puglia in questi anni. Il Partito democratico, con Elly Schlein in testa, lavora incessantemente per praticare questi principi. E comprendo la sua amarezza in questo momento in cui bisognava rimanere uniti per riaffermarli. Non era indispensabile l’uscita del M5S dalla giunta per ribadire i nostri comuni convincimenti. Sono schierati per la legalità anche gli altri partiti e componenti della nostra coalizione. Questo è il segno che la linea da seguire è chiara a tutti, dentro e fuori le istituzioni, perché ciò che emerge dalle inchieste di questi giorni, al netto delle vicende giudiziarie che solo un processo e delle sentenze potranno definire, è che bisogna ulteriormente rafforzare e dare nuovo impulso a quanto già realizzato in questi anni in tema di anticorruzione, vigilanza, antimafia e prevenzione. E che questo non deve essere un tema divisivo della politica ma un obiettivo comune. A tal fine convocherò al più presto tutte le forze politiche di maggioranza per condividere le misure da realizzare insieme”, sono le parole del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.

Con Conte ”non si è parlato di assessorati da assegnare a chicchessia…”, dice. Poi fa il solito show: “Devo dire che sono rimasto a bocca aperta anche io…”, dice a proposito dell’arresto dell’ex assessore regionale pugliese Alfonso Pisicchio; finito agli arresti domiciliari insieme al fratello Enzo perchè coinvolto in una inchiesta della Procura di Bari.  ”Credo -ha sottolineato Emiliano- che la dignità della politica in questo momento sia colpita un po’ ovunque”. Continua a minimizzare senza capire- fa notare Ignazio Zullo, senatore pugliese di Fratelli d’Italia- che il suo modello, il modello-Emiliano è oramai alla fine. “Emiliano continua a ridicolizzarsi”.

“Diventa ancora più ridicolo – continua – perché non capisce che il tema oggi non riguarda la rilevanza penale delle azioni oggetto di indagine tutte da assoggettare al giusto processo poiché per Costituzione vige la presunzione di innocenza fino a sentenza passata in giudicato. Emiliano diventa così ridicolo al punto di non capire che è il sistema politico-amministrativo che ha messo in atto nel governo della Puglia – continua Zullo – che è in discussione. E che ha trascinato in una spirale perversa tanti di quelli vicini a lui pur venendo da storie familiari e personali di persone perbene e tali restano fino a giudizi definitivi. È ridicolo Emiliano quando non ammette di aver impiantato in Puglia un sistema tirannico incentrato sul culto del potere,  sul mercato delle vacche, su uccelli migratori pronti a trasmigrare verso posizioni redditizie a danno del buon andamento della Pubblica Amministrazione, della meritocrazia, del rispetto delle dignità delle persone”.

Conte, poi, con doppiezza politica arriva a Bari.

“Giuseppe Conte: l’elefante ha partorito un topolino. Insomma, tanto rumore per nulla”: è il commento del gruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale pugliese. “Un ex premier, il presidente nazionale del Movimento 5 stelle – dicono – viene addirittura a Bari, nella sede del Consiglio regionale, per annunciare che i suoi quattro consiglieri escono dalla maggioranza ma lui un minuto dopo entra nella stanza del presidente Michele Emiliano per discutere di un protocollo di legalità? Come se Emiliano fosse totalmente estraneo a tutto quello che è successo, come se gli arrestati e indagati dalla Procura di Bari fossero stati nominati da qualche abitante di Marte”.

Conte, affermano il capogruppo di FdI, Francesco Ventola, e i consiglieri Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone, Renato Perrini e Michele Picaro “se avesse voluto essere credibile e coerente sarebbe dovuto venire a chiedere le dimissioni del suo amico Emiliano e chiedere scusa ai pugliesi che avevano, nel 2020, votato il Movimento 5 stelle e che loro hanno tradito, entrando subito dopo in maggioranza e in giunta con Emiliano, condividendo per oltre tre anni, tutte le politiche e le nomine che venivano fatte”. “Il Movimento 5 stelle pugliese – concludono – conosceva peraltro i metodi di Emiliano, per averli per altro vivacemente contestati e denunciati durante il primo Emiliano”.

Anche i consiglieri regionali di Forza Italia esprimono scetticismo: “Siamo su Scherzi a Parte: Conte fa uscire i consiglieri del M5S dalla Giunta Emiliano, ma si vedono già rientrare in maggioranza dalla finestra con una trovata sensazionale, ovvero la creazione di un nuovo assessorato alla “legalità”. Altre poltrone, insomma, perché il male lo vogliono curare col veleno: se le logiche di potere sono il cancro da cui oggi sembrava volessero affrancarsi, ecco che tornano alla riscossa con la moltiplicazione degli incarichi di governo. Noi siamo senza parole, ma altri sono davvero senza freni’’.

Michele Emiliano ha intanto provato a difendersi così: “Tutte le diverse indagini in questo momento in corso da parte della Procura di Bari non hanno mai riguardato l’attività istituzionale della Giunta in carica, ed anche nell’ipotesi ultima si sottolinea che è stato un dirigente regionale a dare inizio alle indagini attraverso una sua denuncia. Ciò dimostra una capacità degli uomini e delle donne della Regione Puglia di comprendere e reagire ad ogni tentativo di commettere atti illegali”. L’ex assessore arrestato, Alfonso Pisicchio, era stato tuttavia nominato all’Agenzia della Tecnologia della Puglia (Arti) essendo sostituito poco prima dell’arresto. Una  vicenda opaca che ha ormai del tutto travolto il modello Emiliano.

A complicare la questione c’è anche un altro dato clamoroso, da teatro dell’assurdo: Michele Laforgia, il candidato del M5S a sindaco di Bari, era anche il difensore dell’ex assessore arrestato, Alfonso Pisicchio. E si è affrettato a rimettere il mandato. Ne emerge un quadro davvero desolante di ipocrisia e doppiezza rispetto al quale il tentativo di Giuseppe Conte di ergersi a paladino della legalità appare del tutto fallimentare e assurdo.

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