Da martedì sera, ore 23 circa, i mezzi di soccorso, giunti sul porto a Genova, non hanno smesso di scavare, rovistare, spostare detriti e ciò che in pochissimi minuti è stato fatto crollare dalla nave portacontainer. Una vera sciagura, una tragedia, quella che ha colpito uno dei porti più importanti d’Europa. Sette i morti accertati, ma i soccorritori sono ancora al lavoro per cercare sotto le macerie, due corpi. Si tratta di due militari della Guardia costiera intrappolati. Non si hanno più notizie del maresciallo di Guardia Costiera Francesco Cetrola, 38 anni, e del sergente Gianni Jacoviello, 33 anni.
Per le ricerche impiegato anche un minirobot. E’ stato ormai accertato che si trovavano nella torre piloti al momento del crollo. I loro corpi sono quasi certamente sul fondo del mare, nella zona del molo Giano, sepolti dalle lastre di vetro scuro che circondavano la parte più alta della torre sbriciolata dall’urto contro la portacontainer Jolly Nero
Oggi, come annunciato ieri, è giornata di lutto cittadino a Genova: bandiere a mezz’asta, campane a lutto, manifestazione convocata congiuntamente da tutte le istituzioni, nella centrale piazza Matteotti, “per testimoniare il cordoglio della comunità genovese e la solidarietà alle vittime”, ma anche per “esprimere la volontà della città di reagire alla disgrazia e superare questo momento di dolore”. In contemporanea con la manifestazione, alle 11, tutti i negozi e le attività commerciali della città abbasseranno le saracinesche per un quarto d’ora, mentre i sindacati hanno proclamato in modo unitario. Anche il premier Enrico Letta è accorso a Genova per incontrare i quattro feriti ricoverati: Gabriele Russo, 32 anni, padre di un bimbo di sette mesi: “Credevo di non rivedere più il mio bambino, e il desiderio di stare con lui mi ha dato la forza”, che si è salvato gettandosi in mare al momento del crollo; Giorgio Meo, liberato da sotto le macerie; Enea Pecchi, di Pavia, il più grave, in prognosi riservata, e Raffaele Chiarlone, 36 anni, di Cuneo, che ha riportato ferite più lievi. Letta ripete di essere venuto “per un momento di vicinanza alle famiglie” di fronte ad una tragedia “terribile”. E alla domanda su cosa farà il governo per le famiglie, con semplicità risponde: “Faremo quello che è nelle nostre possibilità, in base a quello che ci chiederanno”.
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