Un momento della conferenza stampa di Matteo Salvini, Roma, 16 aprile 2020. ANSA/UFFICIO STAMPA ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++

Sciopero 17 novembre, a rischio precettazione del Ministro Salvini. Garante degli scioperi: ‘La mobilitazione non potrà essere di 24 ore’

Uno sciopero da ridurre o rimandare. Meno di una settimana al 17 novembre e al primo dei 5 scioperi generali territoriali proclamati da Cgil e Uil contro la manovra economica del governo Meloni e la tensione sale. Ad aprire la serie di scioperi è stata la manifestazione a Roma in piazza del Popolo con i leader di Cgil e Uil Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, oltre a decine di iniziative in molte città.

Ma per i settori dei trasporti, del pubblico impiego e la scuola lo sciopero di venerdì 17 è nazionale, che si tradurrà con lo stop in tutta Italia (per 8 ore) dei lavoratori negli uffici pubblici, di professori e personale Ata e dei dipendenti di ferrovie, aerei e mezzi pubblici locali. Uno stop nazionale su cui è intervenuta  la Commissione di garanzia sugli scioperi che con una delibera datata mercoledì scorso ha chiesto a Cgil e Uil di escludere dalla protesta del 17 novembre i settori del trasporto aereo e dell’igiene ambientale. Ma la Commissione ha anche chiesto di rimodulare, anche la protesta dei vigili del fuoco e del trasporto pubblico locale e ferroviario, in base alle fasce orarie previste dai singoli settori. La motivazione delle richieste, viene spiegato, è data dalla violazione sulla «rarefazione oggettiva» per la presenza di altri scioperi in giorni vicini, come quelli per le società di handling aereo e dei sindacati di base per i vigili del fuoco e l’igiene ambientale.

Ma c’è anche una seconda violazione rilevata dalla Commissione: la «durata massima della prima zione di sciopero», che per aerei, bus, elicotteri e nel settore della circolazione e della sicurezza stradale è di 4 ore, o di 8 per il settore ferroviario. Cgil e Uil sono state convocate  in audizione per chiedere la revoca e la rimodulazione delle proteste, ma anche di vigilare sulla loro corretta adesione. La Commissione nella sua delibera ha sottolineato inoltre che «in seguito alla eventuale apertura del procedimento di valutazione, accerterà ogni altra violazione che dovesse emergere».

Il ministro Salvini è tornato sulla possibilità di intervenire per bloccare la protesta, dopo le sue parole di venerdì che annunciavano una possibile precettazione della mobilitazione. Una nota del ministero dei Traporti ha ribadito che «la mobilitazione non potrà paralizzare il settore trasporti per l’intera giornata» e che il ministro Salvini è «pronto ad assumere tutti i provvedimenti del caso consentiti dalla legge».

Salvini, ha annunciato la sua intenzione di ricorrere alla precettazione ed ha sottolineato con fermezza: “Non possono esserci scioperi di 24 ore”. Durante un’assemblea, ha chiarito di voler procedere in questa direzione nel caso in cui i sindacati non aderiscano alla richiesta della commissione di garanzia per limitare la portata della mobilitazione. Il ministro ha argomentato la sua posizione dichiarando che è legittimo scioperare per 4 ore, ma ritiene inaccettabile prolungare lo sciopero per l’intera giornata. Ha affermato: “Se i sindacati accetteranno la richiesta, sarà positivo. Se no, come ho già fatto in passato, interverrò” utilizzando “lo strumento della precettazione”. A sostenere questa decisione, c’è anche la nota del Mit: “In vista delle sciopero generale proclamato da alcune sigle sindacali per il 17 novembre, si ribadisce che la mobilitazione non potrà paralizzare il settore trasporti per l’intera giornata, e con milioni di italiani il cui diritto alla mobilità non può essere cancellato”. In questo senso, pur auspicando una soluzione ragionevole, il Vicepremier e Ministro Matteo Salvini ribadisce la determinazione affinché vengano limitati al massimo i disagi. Ed è pronto – annuncia il dicastero – ad assumere tutti i provvedimenti del caso consentiti dalla legge”. Lo scorso settembre, Matteo Salvini aveva optato per la strategia della precettazione in vista dello sciopero programmato per venerdì 29 settembre, il quale era pianificato per una durata di 24 ore.

In risposta a questa mossa del leader della Lega, l’Unione sindacale di base (Usb) aveva emesso una dichiarazione annunciando il rinvio dello sciopero. La motivazione era che “non bastano 4 ore ai lavoratori per rivendicare i propri diritti e per permettere a tutti gli autoferrotranvieri di poter scendere in piazza e manifestare il loro dissenso”.

I trasporti hanno aderito allo sciopero proclamato per venerdì 17 novembre dalla Uil insieme alla Cgil, “per ragioni che attengono alla legge di bilancio, una manovra che non risponde ai reali bisogni del Paese, insufficiente a garantire un sistema dei trasporti efficiente, non investendo a favore del trasporto pubblico locale e del trasporto aereo e peggiorando le condizioni dei lavoratori”, ha spiegato venerdì il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi. “Il ministro Salvini provi per una volta ad ascoltare i reali bisogni del Paese e del settore che dovrebbe guidare invece di fare dichiarazioni inopportune”.

Successivamente, lo sciopero era stato rinviato al 9 ottobre, mantenendo la sua durata originaria di 24 ore.

Cos’è la precettazione

La precettazione è un provvedimento amministrativo straordinario mediante il quale l’autorità competente, nel caso specifico il Ministero dei Trasporti, impone limiti a uno sciopero. Fondamentalmente, può adottare due misure:

Sospendere lo sciopero: rinviandolo a un’altra data.

Ridurre l’orario: limitandone la durata.

L’emanazione della precettazione, regolamentata dalla legge 146/1990, è ammessa in presenza di un “fondato pericolo di un pregiudizio grave e imminente ai diritti della persona costituzionalmente tutelati”.

Per essere legale, la precettazione deve essere emessa almeno 48 ore prima dell’inizio dello sciopero. Inoltre, non può essere emessa prima di aver tentato una conciliazione tra le parti coinvolte.

Dopo la convocazione del Garante, la Lega si è detta «sicura che la Cgil ridurrà la mobilitazione o la rimanderà così come auspicato dal ministro Matteo Salvini». Alle parole del vicepremier, già venerdì aveva replicato il leader Cgil Landini giudicandole «un attacco al diritto di sciopero garantito dalla Costituzione». Noi, aveva spiegato Landini, «stiamo rispettando tutte le leggi, c’è un confronto aperto con la Commissione di garanzia, non capisco perché il ministro intervenga». E rivolto al leader della Lega: «Non sono i ministri che decidono quante ore di sciopero si programmano e se si fanno o no, è diritto delle persone decidere se vogliono aderire o no».

Matteo Salvini mette nel mirino Maurizio Landini e la Cgil. Secondo il parere della Commissione di garanzia la richiesta di sciopero previsto per il prossimo 17 novembre avrebbe qualche falla. E il sindacato rosso deve fare i conti con una doccia gelata che imbarazza e non poco lo stesso segretario generale messo k.o. già al primo round.

E così la Lega con una nota mette le cose in chiaro e riportando le parole di Matteo Salvini rilancia l’ipotesi di una precettazione: “Milioni di italiani non possono essere ostaggio dei capricci di Landini che vuole organizzarsi l’ennesimo weekend lungo: in vista dello sciopero annunciato per il 17 novembre è incredibile la mancanza di ragionevolezza della Cgil che – come certificato dal Garante – ignora perfino l’ABC delle mobilitazioni, così come chiarito dal Ministro Salvini. In nessun caso il settore trasporti potrà essere paralizzato per l’intera giornata”.

Ma il segretario della Filt Cigl, Stefano Malorgio fa finta di non capire: “È uno sciopero generale a cui si applicano le normative dello sciopero generale”. “Lo abbiamo proclamato legittimamente – afferma Malorgio – ed è assolutamente consentito se si rispettano i servizi minimi e le fasce di garanzia”. Il Garante ha evidenziato la vicinanza della data dello sciopero a quelle di altre proteste. Insomma il braccio di ferro è destinato a durare ancora per qualche giorno. Ma appare ormai quasi certo il fallimento del blitz di Landini. Altro colpo a vuoto della sinistra contro il governo.

La Cgil deve incassare un altro colpo durissimo: il garante non dà il semaforo verde per lo sciopero invocato per il prossimo 17 novembre. Infatti il Garante degli scioperi ha confermato la sua posizione sulla sciopero nazionale proclamato per il 17 novembre da Cgil e Uil contro la manovra, ritenendo che mancano i requisiti dello sciopero generale. “All’esito dell’audizione odierna con le Confederazioni sindacali Cgil e Uil, in merito alla proclamazione dello sciopero nazionale del 17 novembre, la Commissione di garanzia – spiega una nota – ha ritenuto di confermare il contenuto del provvedimento adottato in data 8 novembre, ai sensi dell’articolo 13, lett. d) della legge n. 146/90”.

Poi il Garante entra di più nel merito della questione: “Lo sciopero, così come proclamato dalle Confederazioni sindacali (con esclusione di numerosi settori) non può essere considerato, come da consolidato orientamento della Commissione, quale sciopero generale, ai fini dell’applicazione della disciplina che consente delle deroghe alle normative di settore sui servizi pubblici (delibera n. 03/134)”.

E ancora: “La Commissione di garanzia, con la decisione assunta – termina la nota – non intende in alcun modo mettere in discussione l’esercizio del diritto di sciopero, ma continuare ad assicurare l’osservanza delle regole che ne garantiscono il contemperamento con i diritti costituzionali della persona”. Pronta la reazione della Lega che con il ministro Salvini da qualche giorno ha intrapreso un braccio di ferro con il segretario generale della Cgil: “La Commissione di Garanzia degli scioperi mette in castigo il capriccioso Maurizio Landini: bocciata la pretesa del leader della Cgil di trascorrere un weekend lungo il prossimo 17 novembre sulla pelle di milioni di italiani. La mobilitazione non potrà essere di 24 ore: i troppi anni a servizio del Pd al governo nazionale hanno arrugginito la Cgil che evidentemente ha dimenticato l’abc”.

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