Riders per consegna cibo a domicilio, Milano, 19 settembre 2019. ANSA/CARLO COZZOLI

Sciopero rider, stop alle consegne venerdì 26 marzo: le motivazioni

Dopo lo sciopero dei corrieri di Amazon, arriva quello dei rider. Venerdì 26 marzo, circa 30mila addetti alle consegne delle piattaforme del food delivery incroceranno le braccia e si fermeranno per una giornata di mobilitazione su tutto il territorio nazionale. Nessuna consegna a domicilio per 24 ore e l’appello ai clienti di non ordinare cibo.

Alla base della protesta, sostenuta da RiderXiDiritti ma appoggiata anche da Uiltucs e Slang Usb, c’è la necessità di “contratto vero e proprio, con tutele reali, concrete garanzie, equità e rispetto del loro lavoro. In altre parole, un contratto collettivo nazionale”.

Le motivazioni dello sciopero dei rider

Lo sciopero, indetto dalla rete Riders x i diritti, ha come obiettivo quello di tornare al tavolo delle trattative per definire un nuovo contratto collettivo nazionale che vada oltre quello attuale, firmato da Assodelivery e dall’unico sindacato Ugl, nel quale è previsto il mantenimento dei rider lavoratori autonomi con un compenso minimo per consegna di dieci euro lordi l’ora, determinato sulla base del tempo stimato. Nel concreto, la tariffa viene elaborata prima della consegna, senza un calcolo dei reali tempi di esecuzione.
Da anni “stiamo lottando affinché siano riconosciuti i nostri diritti”, sottolineano i fattorini, ricordando che “ci troviamo in una situazione paradossale, sempre più diffusa nel mondo del lavoro contemporaneo: siamo pedine nelle mani di un algoritmo, siamo considerati lavoratori autonomi; siamo inseriti in un’organizzazione del lavoro senza alcun potere ma non siamo considerati lavoratori dipendenti dai nostri datori di lavoro”. E ancora: “Chiediamo di essere alla pari di tutti i lavoratori dipendenti del nostro paese. Salari, sicurezza, malattia, ferie, contributi, mensilità aggiuntive, tfr, contratto nazionale”.

Rider, firmato accordo anti-caporalato

Intanto Cgil, Cisl, Uil e Assodelivery (l’associazione che riunisce le principali piattaforme di food delivery in Italia: Deliveroo, Glovo, Uber Eats e Social Food) hanno sottoscritto, alla presenza del Ministro del Lavoro, il Protocollo Quadro Sperimentale per la legalità, contro il caporalato, l’intermediazione illecita e lo sfruttamento lavorativo nel settore del food delivery.

Il Protocollo ha l’obiettivo di porre fine alle dinamiche che vedono questi lavoratori coinvolti in sfruttamento e pratiche lavorative illegali, che ne intaccano i diritti fondamentali, ma non può risolvere il nodo a monte della partita, e cioè la definizione di un contratto nazionale con cui riconoscere ai rider un rapporto di lavoro dipendente con i diritti e le tutele che gli sono propri. I ciclofattorini, restano al momento invece lavoratori autonomi e il contratto di riferimento, contestato da molti sindacati, è quello siglato tra Ugl e Assodelivery.

Tornando al Protocollo sulla legalità, “un risultato importante” come lo hanno definito all’unisono i sindacati, sono tre i punti chiave dell’intesa:

  • l’impegno delle aziende aderenti ad Assodelivery ad adottare un modello organizzativo idoneo a prevenire comportamenti scorretti all’interno di un’azienda, e l’adozione di un Codice Etico;
  • l’impegno delle piattaforme a non ricorrere ad aziende terze, almeno fino a quando non verrà creato un apposito albo delle stesse piattaforme;
  • la costituzione di un Organismo di Garanzia con il compito di vigilare in posizione di terzietà sulle dinamiche lavorative dei riders e riportare eventuali specifiche segnalazioni alla Procura della Repubblica. Un organo che dovrà lavorare coordinandosi con il Tavolo di Governance e Monitoraggio, del quale fanno parte anche i rappresentanti dei lavoratori, oltre che le aziende.

“La firma di oggi è un passo in avanti nel sistema di relazioni industriali che stiamo provando a costruire con le ”piattaforme” del food delivery”, dicono ancora Cgil, Cisl e Uil che ringraziamo il Ministero del Lavoro per il ruolo attivo e la funzione di garante nell’applicazione del Protocollo.

Ma i sindacati guardano anche a quelle giuste tutele contrattuali dei circa 30mila lavoratori coinvolti per assicurare dignitose condizioni di lavoro, un equo compenso e misure adeguate di sicurezza. “Troppo tempo è stato perso su questo tema”, dicono.

Sciopero dei rider, le città coinvolte

Per il momento hanno aderito allo sciopero metropoli e città più piccole tra cui Milano, Roma, Bologna, Torino, Messina, Padova, Firenze, Napoli, Palermo, Rieti, Pescara, Reggio Emilia, Mantova, Brindisi, Trieste, Civitanova Marche, Genova, Carpi, Caserta. Nel capoluogo lombardo i rider si riuniranno alle 11.30 in piazza XXIV maggio e non effettueranno le consegne del pranzo. A Bologna, invece, i fattorini si fermano per le consegne della cena. Alcune piattaforme hanno inviato comunicazioni interne ai ristoranti da loro serviti segnalando la possibilità di disagi

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