In Italia 65 mila persone sono colpite dalla sclerosi multipla (Sm), malattia cronica, imprevedibile e progressivamente invalidante. Di queste, almeno 25 mila non hanno a disposizione una cura efficace: sono quelle colpite dalla forme progressive di Sm. La prossima sfida è, dunque, trovare un trattamento per tali forme. Questo l’obiettivo indicato dagli esperti riuniti oggi a Roma in occasione del congresso promosso dalla Associazione italiana sclerosi multipla (Aism), nell’ambito della Settimana di informazione sulla malattia e per celebrare oggi la Giornata mondiale della Sm. Nonostante infatti i progressi compiuti dalla ricerca nello sviluppo di nuove terapie per la Sm recidivante-remittente (la forma più nota e diffusa di Sm) le forme progressive (caratterizzate non da un andamento episodico ma da una progressione graduale e disabilità persistente) rimangono ancora senza un trattamento efficace. A sottolineare l’importanza della messa a punto di terapie specifiche per questa patologia, è anche Alan Thompson, preside della facoltà di Neuroscienze del Queen Square Hospital di Londra e presidente del comitato scientifico delle Federazione internazionale sclerosi multipla, uno dei massimi ricercatori al mondo sulla Sm. Thompson indica la via da seguire: “La sfida più grande per il futuro – spiega – è rappresentata dalla nostra capacità di agire sul danno di fondo che si verifica a causa della Sm e di stimolare il potenziale per il recupero e la riparazione che il cervello possiede”. Questo processo, chiarisce l’esperto, “definito neuroplasticità, che può essere valutato da strumenti quali la risonanza magnetica funzionale, ha il potenziale per sviluppare nuore reti neurali che possono compensare la funzione danneggiata. Una maggiore attenzione a questo importante settore e alla riabilitazione – conclude – sarebbe estremamente utile, in particolare per prevenire la progressione della malattia”.
(Ansa)