In Italia la pasta è sacra e saperla cucinare bene dovrebbe essere un dovere per tutti, ma quanti sbagliano? Non buttate l’acqua nel lavello
Se volessimo stereotipare l’italiano medio, certamente tra i simboli che lo rendono riconoscibili a livello mondiale c’è una malsana passione per il calcio, un altrettanto incontrollabile trasporto per le donne e un folle amore per la pasta.
Se non possiamo mettere bocca sulle prime due, per quanto riguarda la preparazione di spaghetti, rigatoni e penne, esistono delle regole scritte che ci permettono di non sbagliare, ma ci sono anche regole non scritte, dettate o dal buon senso o dalla sapienza di chef più preparati di noi che cercano di recuperare tutto, anche l’acqua della pasta.
Nel mondo della cucina, sia stellata che casalinga, è quasi considerato un sacrilegio buttare l’acqua della pasta nel lavello una volta scolata: viene chiamata oro liquido perché contiene una elevata percentuale di amido rilasciato dai carboidrati, che è estremamente prezioso.
L’amido, infatti, è un addensante naturale, dunque un mestolo di acqua di cottura insieme ad un po’ di olio da aggiungere al condimento prescelto renderà ancor più cremosa l’emulsione e ancor più estatica l’esperienza culinaria.
Con il resto dell’acqua di cottura che possiamo farci? Se gettarla nel lavello non è un’opzione, l’idea è di usare le vaschette per il ghiaccio, riempirle e poi metterle nel congelatore. All’occorrenza tireremo fuori questi cubetti di acqua amidacea per addensare zuppe, salse e sughi.
Ricordiamo comunque che il lavello può intasarsi facilmente e anche se l’acqua non è pericolosa in sé per sé, ci sono molti altri alimenti che possono rovinare i tubi e a lungo andare emanare odori nauseabondi.
I semini, i noccioli, i torsoli o i chicchi di mais, le bucce di patate e ancora le ossa delle olive o peggio dei cosci di pollo intasano gli scarichi, così come gli alimenti molto fibrosi – vedasi sedano e zucca – ma sono pericolosi anche la farina, che con l’acqua diventa colla, e i fondi del caffè che possono accumularsi nei tubi.