Sulla possibilità di scaglionare, con gli ovvi limiti di ragionevolezza, gli orari di ingresso a scuola ci siamo già espressi più volte favorevolmente. Il discorso, in linea di massima, va circoscritto agli istituti superiori delle quattordici città metropolitane per i quali possiamo pensare di posticipare l’ingresso alle ore 9.15.
La condizione è che i mezzi di trasporto vengano conseguentemente riorganizzati per permettere agli studenti di arrivare a scuola e poi di rientrare a casa. Non dobbiamo dimenticare che moltissimi studenti affrontano spostamenti che durano oltre un’ora. Anche per questo ritengo irrealistico pensare di allungare la settimana scolastica anche alla domenica mentre il sabato, per moltissimi istituti, è già giornata di lezione”. Così il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, rispondendo, senza citarla, alle proposte lanciate alla ministra dei Trasporti De Micheli che in un’intervista a Repubblica aveva detto: “credo sia necessario fare lezioni in presenza anche il sabato”. La domenica? “Siamo in emergenza e bisogna far cadere ogni tabù. Anche gli orari delle attività produttive dovranno essere cadenzati”.
‘Io sarei per riaprire la scuola già in dicembre, ma su questi temi non si possono fare cose diverse uno dall’altro. Di scuola si è parlato troppo poco, per me la scuola è anche socialità, relazioni e stiamo rischiando di non comprendere fino in fondo il prezzo che stiamo facendo pagare ai ragazzi. Se si dovesse decidere per i primi di gennaio è comunque tempo non lontano, ma non bisogna sottovalutare cosa significhi aver rinunciato alla didattica in presenza: il tema della scuola va messo come centrale”. Lo ha detto Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni, parlando a ‘Omnibus’, su La7.
“Riaprire le scuole il 9 dicembre, magari in fretta e furia, è un errore”, è la posizione invece del presidente del Veneto, Luca Zaia. “Ieri ho proposto che la riapertura non diventi un totem – aggiunge – fissiamo una data che sia plausibile”.
“Non ci scandalizziamo: di proposte strane ne abbiamo sentite tante. Se qualcuno vuole fare delle proposte ci convochi, ne discutiamo al tavolo contrattuale, si individuino le risorse economiche e umane che mancano a tutt’oggi anche per le supplenze e i modelli organizzativi; poi discutiamo – ha detto la segretaria della Cisl scuola, Maddalena Gissi -. Diversamente risulta l’ennesima provocazione che ha come unico effetto quello di demotivare chi l’attività didattica la sta svolgendo comunque e a qualunque costo per il bene dei ragazzi. E’ una provocazione per continuare a rimandare sulla scuola responsabilità che purtroppo non sono della scuola che lavora”. Sulla questione della riapertura, Gissi dice: “è arrivato il momento di rivedere il protocollo sottoscritto il 6 di agosto adeguandolo alle nuove indicazioni per avere misure di sicurezza in linea con le circolari del mistero della Salute”.
Intanto in Alto Adige lunedì riprenderà la didattica in presenza nelle scuole medie e apriranno tutti i negozi, ha annunciato l’assessore Philipp Achammer, dopo una seduta notturna della giunta provinciale. “Il prossimo passo è stato fatto, ma dobbiamo restare prudenti! Igiene, distanza e mascherina!”, scrive Achammer su Facebook. Dopo lo screening di massa, ogni settimana saranno testati a campione 4.000 altoatesini. A questi si aggiungeranno 900 persone del mondo della scuola.
‘