E’ durata poca la fuga del poeta e scrittore saudita Hamza Kashghri. Lo scrittore, era fuggito per evitare le minacce e il mandato di cattura emesso dalla magistratura di Riad con l’accusa di aver offeso il profeta dell’Islam, Maometto. Le autorità della Malaysia lo hanno arrestato ieri e secondo quanto riporta oggi il quotidiano saudita “al-Yaum”, la cattura è avvenuta subito dopo il suo arrivo a Kuala Lumpur, dove sperava di trovare rifugio. E’ stato estradato in Arabia Saudita dove lo attende un processo per vilipendio della religione islamica. Il giovane è stato costretto a fuggire e ad abbandonare il suo paese in seguito alle polemiche scatenatesi per alcune frasi scritte su “Twitter” riguardo Maometto, giudicate offensive da un gruppo di estremisti islamici. Lo scrittore aveva scelto di fuggire in un paese del sud-est asiatico per il timore di subire l’ira dei gruppi islamici che lo accusano di aver offeso l’Islam. La sua è stata una vera e propria fuga, se si considera che ha lasciato l’Arabia Saudita andando prima in Giordania, poi negli Emirati e infine in Malesia, per sfuggire anche a un mandato di cattura spiccato dalla magistratura del suo paese. Tutto è cominciato la scorsa settimana, in concomitanza con le celebrazioni per il compleanno di Maometto. In quell’occasione Kashghiri ha lanciato alcuni “Tweet” nei quali ha pronunciato parole giudicate offensive nei confronti del Profeta dell’Islam e ha paragonato alcuni versetti del Corano con delle poesie. Questi suoi messaggi hanno scatenato una campagna contro di lui sui social network al punto che molti utenti ne hanno chiesto l’arresto. A nulla sono valse le scuse e le richieste di perdono da lui scritte successivamente sul web.
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