An educator speaks with one of the primary school children in one of three classes of 4-5 children each for primary school, two for kindergarten children, set up in the gym and in the playroom of Borgosesia owned by the Municipality, Borgosesia, 12 May 2020 A rightwing mayor in Piedmont has defied an education ministry ban on school openings in the coronavirus emergency by opening a school gym and play area to the young children of working parents who have no other way of taking care of their kids. Italy's schools are closed for the virus crisis until the start of the new school year in September. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

Scuola al via il 14 settembre. Conte: ‘Basta classi pollaio’

 E’ ufficiale: il 14 settembre si torna a scuola.  L’ultimo tassello, il via libera alle linee guida per la riapertura da parte della conferenza Stato-Regioni, è arrivato ieri pomeriggio. Tutti d’accordo, tranne la Campania di De Luca.

“Non tolleriamo più le classi pollaio”, ha detto il premier Conte in una conferenza stampa per illustrare il Piano Scuola. Al suo fianco la ministra per l’Istruzione Lucia Azzolina. Il presidente del Consiglio ha ribadito che la chiusura per Covid è stata una “scelta sofferta” e che la scuola è “al centro della politica del governo”.  E proprio l’esecutivo ha stanziato “un ulteriore miliardo in nuovi investimenti” per ripartire “in piena sicurezza con una scuola più moderna, sicura e inclusiva”.

La Azzolina annuncia invece che da luglio gli stipendi degli insegnanti cresceranno “di 80-100 euro”. E con i fondi stanziati “si possono assumere fino a 50mila persone” tra docenti e non “con contratto a tempo determinato”. Per quanto riguarda il nodo delle elezioni amministrative previste per il 20 settembre, la ministra spiega che “è in corso un confronto per usare altri locali” e che “saranno gli Enti Locali insieme al ministero degli Interni a decidere”. La Azzolina conferma la ripartenza con un metro di distanza fra prof e alunni e gli ingressi scaglionati. Allineata con Conte sulle classi pollaio, così come per le scuole-appartamento modello Scampia. “Garantire una scuola come si deve è una sfida che dobbiamo vincere”, assicurano ministra e premier.

Un ottimo risultato, nella consapevolezza che la riapertura delle scuole sia il primo segnale di un Paese che riparte davvero”. il primo commento di Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni.  Soddisfatta la Azzolina: “Lavoro complesso ma realizzato tutti insieme. Fatta buona politica per il bene della scuola. Risultato importante”, dice.

No di De Luca alle linee guida. “Non daremo l’intesa, non diremo che siamo d’accordo con le misure che saranno prese”, ha affermato il governatore della Campania prima della conferenza, ribadendo la “nostra critica ferma al ministro dell’Istruzione per la quale i problemi della scuola sono diventati marginali rispetto alla politica politicante”. E ha aggiunto: “Non daremo l’intesa perchè consideriamo irresponsabile il voto il 20 settembre e non è stato definito l’organico dei docenti”. La Campania è stata l’unica regione contraria al piano. “Convinceremo anche loro”, ha affermato la Azzolina.

E prende forma in maniere definitiva il Piano scuola 2020-2021 che, per quanto concerne le misure di distanziamento, fa riferimento ad una indicazione del Cts. In particolare si afferma che “il distanziamento fisico (inteso come 1 metro tra le rime buccali degli alunni) rimane un punto di primaria importanza nelle azioni di prevenzione”. Quindi non più tra banco a banco, ma un metro tra “rime buccali”, ovvero le bocche degli studenti. Così si riduce la distanza tra una fila e l’altra, guadagnando spazio. Stesso discorso varrà, ovviamente, per i professori che non potranno avvicinarsi a un metro dagli alunni.

Era nell’aria da giorni, oggi è arrivata l’ufficialità. “Le scuole riapriranno l’1 settembre per i corsi di recupero e il 14 c’è la riapertura vera e propria”, dice il sottosegretario all’Istruzione Peppe De Cristofaro, intervenuto a SkyTg24. “Il 20 settembre – aggiunge – spero davvero che si riesca a fare quello che in tanti stanno chiedendo, cioè cercare luoghi alternativi alle scuole per svolgere le elezioni. Diversamente sarebbe onestamente un cazzotto nell’occhio e una vera beffa. Spero si risolva positivamente”.

Grande soddisfazione è stata espressa dal ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia.

“Un primo importante passo avanti. Ora dobbiamo continuare a lavorare insieme anche con il massimo coinvolgimento delle forze sociali”, ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza. “È essenziale – aggiunge – investire nuove ingenti risorse per garantire la riapertura di tutte le scuole nella massima sicurezza. È un obiettivo fondamentale su cui tutto il Paese deve essere unito”.

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