A stretto giro, arriva la replica del preside dell’Istituto Castelletto, Renzo Ronconi. “I banchi, ordinati con largo anticipo, arriveranno domani pomeriggio e nel primo giorno di scuola, che è stato un giorno di festa, abbiamo solo evitato di rimettere quelli vecchi”, dice il dirigente. “La foto – spiega ancora il preside – ritrae bambini che, durante una attività didattica stanno disegnando sereni in libertà: una ingenuità da parte dell’insegnante farla girare, ma sbagliato e grave strumentalizzarla, strumentalizzando, con essa, soprattutto i bambini”.
Alunni disabili lasciati a casa o mandati a scuola senza sostegno. Nel gran caos del primo giorno di scuola dell’era Covid c’è una vergogna che indigna e preoccupa più delle altre, perché più delle altre avrebbe dovuto – e potuto -essere evitata. Anche perché anche su questo tema, come su molti altri, il governo era stato allertato, messo in guardia, richiamato a una maggiore attenzione. E, invece, niente. Tranne la propaganda, ovviamente.
Da Barbara D’Urso, il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, proclamava che “sono stata un insegnante di sostegno, ho la massima attenzione nei confronti dei bimbi con disabilità. Li abbiamo messi in cima alle nostre priorità e alle nostre linee guida”. Poche ore e la narrazione è franata miseramente sotto il peso delle cartelle rimaste a casa insieme ai bambini. O di quelle portate in classe, senza che vi fosse un insegnante di sostegno ad aiutare questi alunni.
La cronaca racconta, per esempio, il caso di un bimbo di Pisa di 6 anni con sindrome di down che è dovuto rimanere a casa, perché – come riferito dalla mamma – la scuola ha “solo 2 maestre per 14 disabili”. “Mio figlio da una settimana faceva le prove davanti allo specchio, col grembiule e lo zainetto, felice e impaziente di andare per la prima volta a scuola”, è stato lo sfogo della donna. Nei colloqui con la scuola, ha riferito ancora, “mi hanno risposto che nessuno mi impedisce di portare Luca a scuola, ma che nessuno lo seguirà in maniera dedicata“. Quindi la soluzione suggerita è stata quella di tenere il bimbo a casa, almeno per i primi giorni.
La mamma di Luca, come lo hanno ribattezzato le cronache locali con un nome di fantasia, però, non se la prende con l’istituto. “La responsabilità di tutto questo – ha spiegato – non è ovviamente della scuola, ma di chi non ha provveduto a fare le nomine“. E, a darle ragione, ci sono altre denunce. A raccoglierle e rilanciare è stata l’Anief, l’associazione di docenti e ricercatori in formazione che ha spiegato come gli studenti disabili siano “269mila, +10mila in un anno”. “Molti oggi non hanno trovato il docente di sostegno”, ha sottolineato l’associazione, chiarendo che è mancato l’impegno del governo rispetto agli organici.