Il Miur torna al centro delle polemiche questa volta per i nuovi banchi che vedremo nelle scuole che ne hanno bisogno. Si tratta di banchi all’avanguardia, con le ruote tecnologici, dal costo di 300 euro l’uno. E il prezzo ha sollevato inevitabilmente le critiche al punto che il caso approderà in Parlamento in occasione di una interrogazione parlamentare.
Proviamo a fare il punto. Nei prossimi giorni usciranno i dettagli del bando per i nuovi banchi che saranno consegnati alle scuole. Stime attendibili parlano di costo che si aggira intorno ai 300 euro a pezzo. La rivoluzionaria innovazione che segnerà la riapertura però non convince gli addetti ai lavori, convinti che con i soldi investiti per l’acquisto dei banchi si sarebbero potuti risolvere diversi problemi legati all’edilizia scolastica.
Il caso finisce in Parlamento, con Matteo Richetti che ha presentato una interrogazione parlamentare nella quale la ministra Azzolina dovrà rendere conto della decisione. E le domande non interesseranno solo i nuovi banchi, visto che si chiede alla ministra di giustificare anche i costi sostenuti per l’acquisto delle sedie, che costerebbero il doppio rispetto a quelle in vendita online.
La ministra Lucia Azzolina si trova quindi a dover fronteggiare una nuova ondata di polemiche. Da settimane la numero uno del Miur è nel mirino delle opposizioni, con il leader della Lega Matteo Salvini che ne chiede le dimissioni. Negli ultimi giorni inoltre i sindacati hanno espresso dubbi sul fatto che a settembre si possa tornare a scuola in sicurezza.
Grande spazio dell’intervento dell’Azzolina è stato dedicato ai famosi monobanchi per la scuola che molto hanno fatto discutere sul web: ‘Se ne sta occupando il commissario Domenico Arcuri, la gara partirà molto presto. I banchi sono singoli e al momento sono quelli che ci garantiranno maggiore distanziamento. In futuro, gli stessi banchi permetteranno l’avvicinamento, cioè un’innovazione didattica che consentirà agli studenti di lavorare in gruppo’.
Poi la ministra interviene su un altro tema caldo, quello dei supplenti non laureati: ‘Penso che questo Paese debba assolutamente dare la possibilità ai giovani di lavorare, se vanno all’estero ci lamentiamo, se restano a casa ci lamentiamo. Questi giovani lavoravano già, la Lombardia è una delle Regioni che ha più supplenze per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria. Non è una novità, noi lo abbiamo semplicemente messo all’interno di graduatorie. Questo faciliterà le segreterie che non dovranno più avere a che fare con le Mad, dichiarazioni di Messa a disposizione. Daremo da lavorare a persone che hanno scelto di fare l’insegnante, che hanno fatto un percorso che era a numero chiuso. Persone preparate con passione e amore per la scuola. È un passo in avanti’.