Nel Consiglio dei ministri sono state illustrate soltanto le linee guida degli interventi che il Governo ha messo a punto per la scuola e l’esame del disegno di legge è rinviato a un successivo consiglio dei ministri. E’ un dibattito surreale quello che si è svolto in queste ore sul fatto che la riforma della scuola sia in un decreto o in un disegno di legge, ma non c’è alcun rischio che slittino le assunzioni nella scuola e non c’è nessun passo indietro del Governo, ha affermato Renzi. Nelle prossime ore i ministri faranno avere le proposte per il ddl che saranno approvati martedì prossimo. “Sostenere che non ci siano i denari per le assunzioni nella scuola è impossibile, perché che ci sono le coperture sia per quest’anno, pari ad un miliardo, sia a regime, che ammontano a 3 miliardi nel 2016. E’ abbastanza sorprendente, visto che se interveniamo da soli siamo ‘dittatorelli’, se facciamo i decreti siamo antidemocratici, se facciamo i ddl non siamo abbastanza spediti, siamo in ritardo. Si tratta di un dialogo surreale. Diamoci pace e troviamo una via di mezzo. Sulla scuola il governo ha ascoltato i cittadini e ora non compie nessun passo indietro e stiamo semplicemente mostrando di essere i più trasparenti e pronti al confronto possibile”, ha sottolineato il premier. Ci sono le condizioni perché il Parlamento possa legiferare, in tempo non sufficiente ma non biblico, senza la necessità di strumenti di urgenza e passiamo la palla al Parlamento. Il confronto sia sereno, ma sapendo che l’ostruzionismo bloccherebbe le assunzioni. Abbiamo ascoltato quasi un milione e ottocentomila persone, ci sono stati circa 2.040 incontri, abbiamo discusso con tantissimi uomini e donne, ed abbiamo sottratto questa discussione ai soli addetti ai lavori. Questa discussione ha prodotto una relazione tecnica e solo al termine di questo si è posto il tema di quale strumento normativo usare, e ciò dipende dalle condizioni politiche e dalle condizioni di necessità e urgenza. Oggi la Giannini ha introdotto il testo, è stato consegnato il materiale, e martedì prossimo verrà completato. Ci siamo presi questa settimana perchè tutti i ministri si sentano partecipi, discutano, riflettano, dicano la loro. L’obiettivo del provvedimento, ha spiegato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, è quello di dare attuazione reale ad un concetto dell’autonomia, un concetto congelato da 15 anni. Lo facciamo con il potenziamento dell’organico, con un piano assunzionale che risponda ai reali fabbisogni delle scuole, con l’obiettivo di avere la copertura di tutti i posti vacanti e disponibili con personale di ruolo. Questo consentirà di ripartire con il concorso come unica forma di assunzione nella scuola. Obiettivo, ha puntualizzato ancora il ministro, e’ dare alla scuola la sua autonomia che ha nel preside il suo leader educativo. Rafforzare l’autonomia significa anche rafforzare le competenze degli studenti, flessibilità nei programmi, eliminazione delle classi pollaio. La crescita non la fanno i dati dell’Istat, la crescita la fa la scommessa sulla scuola. Oltre alla possibilità di destinare il 5 per mille alla scuola, i provvedimenti sulla scuola prevedono sul piano fiscale uno School Bonus per chi investe in progetti legati alla scuola e la detrazione per chi frequenta le scuole paritarie, ed è questo un cambio culturale molto importante. Il Consiglio dei Ministri ha approvato poi la Strategia italiana per la banda ultralarga e per la crescita digitale 2014-2020. Le due strategie, spiega il comunicato di Palazzo Chigi, mirano a colmare il ritardo digitale del Paese sul fronte infrastrutturale, Strategia Per La Banda Larga e Ultralarga, e la Strategia per la Crescita Digitale. “La comunicazione sulla banda ultra larga arriva dopo un percorso di ascolto e confronto con le istituzioni europee e rappresenta l’abc del nuovo alfabeto economico del Paese. Nel Piano sulla banda ultra larga prevede risorse pubbliche al 2020 pari a 6 miliardi”, ha detto il sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio. Con il Piano del Governo sulla Banda ultralarga e crescita digitale per la prima volta l’Italia si dota di un piano che mette insieme diversi ministeri, diverse fonti di finanziamento, fondi propri di Regioni e dei privati. Un mix, ed un tentativo, di mettere a unità una serie di competenze e risorse in un quadro strategico che permetta a questo paese finalmente di fare la sua rivoluzione digitale, raggiungendo gli obiettivi dell’agenda europea. Un provvedimento specifico per inserirvi una serie di misure ad hoc: il servizio digitale universale ed un fondo di garanzia; il voucher di accompagnamento alla migrazione verso la fibra ottica; e la convergenza di prezzo per i collegamenti in fibra ottica realizzati con sovvenzioni statali ed al prezzo dei collegamenti in rame.
Cocis