ROMA – Questa mattina si è svolta a Montecitorio la manifestazione degli studenti e dei professori contro il ddl scuola, mentre alla camera si svolgeva il voto finale. “Renzi è peggio della Gelmini”, accusa Nichi Vendola. “Siamo 2000 – dicono gli insegnanti – e rimarremo qui” fino alla fine. Dal palco intanto piovono aspre critiche verso il Governo e Renzi, affermano che non getteranno “la spugna” e che “non ci fermeremo”. La situazione delle scuole italiane è critica e invece di occuparsi di problemi concreti come l’edilizia scolastica, l’inadeguata offerta formativa o l’insegnante di sostegno che è stato ormai tolto, il Governo preferisce parlare dei presidi-manager e delle scuole paritarie. Alcuni insegnanti dell’Istituto comprensivo statale ‘Mahatma Gandhi’ del quartiere San Basilio (Roma), sottolineano come nella loro scuola, finita nel settembre 2014, ci siano ampi problemi di edilizia: la palestra è inagibile e ci sono delle infiltrazioni d’acqua, solo per citarne alcuni. Sono loro che si fanno in quattro per tirare avanti la baracca e affermano che La buona scuola deve essere “ritirata e stop. E’ anticostituzionale”. Gli insegnanti spiegano, poi, che ora “la scuola decide cosa fare collegialmente e che tutto questo” con la nuova legge “decadrà” perché ci sarà una sola persona che “deciderà su tutto”. Avere un preside-manager, proseguono, è rischioso perché “entra in gioco la simpatia”, soprattutto per i nuovi assunti che “dopo 3 anni verranno valutati dal direttore”. C’è anche un ulteriore problema che riguarda gli insegnanti di sostegno: “c’è stato un taglio enorme al sostegno ai bambini con problemi di apprendimento grazie alla legge 170/10”, evidenziano gli insegnanti. La legge prevede che la dislessia, la discalculia, la disgrafia e la disortografia, ossia il Disturbo specifico dell’apprendimento (Dsa), sono valutate dalla legge come disabilità. E mentre in precedenza anche i bambini dislessici avevano diritto al sostegno, da alcuni anni a causa dei tagli non è più prevista la figura di questo docente per i Dsa.
Intanto, mentre la protesta andava avanti, verso le 13 è uscita dalla Camera una delegazione di Sel con a capo Nichi Vendola al grido “scuola pubblica”. Renzi “è riuscito a fare peggio della Gelmini, distrugge la scuola pubblica”, afferma il leader di Sel. “Porta l’attacco alla scuola pubblica fino alle estreme conseguenze fino all’idea di modificare la natura della scuola”. Una scuola che ruota intorno alla figura del “preside podestà” che ha “il potere personale di elargire quelle mance che sostituiscono il rinnovo dei contratti” e accusa il Governo di essere “degli imbroglioni: fra 20 giorni si chiudono le scuole e non hanno ancora trasferito le risorse per la didattica del 2015”. I 3 miliardi di Renzi, prosegue Vendola, “sono come le mucche di Mussolini”.
Alessandro Moschini