Scuola, marcia indietro della ministra Azzolina: chiesti tempo e nuovi fondi. Si procede con una revisione delle linee guida. Le critiche arrivate da quasi tutto il mondo della scuola, dagli studenti ai presidi passando per genitori e studenti, devono aver spinto la Azzolina a rivedere i piani. Anzi, il piano, quello per la riapertura. In effetti la ministra dell’Istruzione ha chiesto ventiquattro ore aggiuntive prima di svelare le carte e ha chiesto anche un miliardo in più da destinare alle scuola.
Sarebbe stato impossibile ignorare i manifestanti schierati in sessanta piazze italiane. Manifestanti senza colore politico. E da tutte le piazze la richiesta era sostanzialmente una: più fondi per la scuola. La situazione straordinaria costringe la scuola a trasformarsi, e senza nuovi fondi la trasformazione sarebbe impossibile o incompleta. E così, stando a quanto emerso nelle ultime ore, la ministra Azzolina avrebbe chiesto un miliardo aggiuntivo per la scuola. Soldi che dovranno essere investiti per completare e rafforzare l’organico e per poter procedere con la riorganizzazione e la creazione di nuovi spazi per rispettare le norme anti contagio, come ad esempio quella della distanza fisica di un metro.
Dalle piazze arriva anche la richiesta di modificare – se non addirittura ritirare – le linee guida. E così al Ministero avrebbero deciso di mettere mano anche alla bozza che ha scontentato scuola e Regioni. Stando a quanto emerso, dovrebbe ad esempio essere rivisto il ruolo della Didattica a Distanza, che alle superiori diventerebbe una soluzione da adottare solo nel caso in cui non fosse effettivamente possibile svolgere la lezione in presenza. Dubbi anche sulle turnazioni.
La Azzolina ovviamente deve gestire anche la pressione politica. Nel corso delle ultime ore ha incassato le critiche durissime di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che hanno iniziato a martellare il governo facendo leva sul malumore delle piazze.
Si continua a lavorare per la riapertura della scuola ai tempi del coronavirus. La data della prima campanella del nuovo anno è quella del 14 settembre, ma la momento sono ancora tanti i nodi da sciogliere. Un passo in avanti è rappresentato dalle linee guida inviate dal Ministero dell’Istruzione alle Regioni, che si occuperanno poi della discussione e della valutazione.
Stando a quanto riferito da il ‘Corriere della Sera’, alle scuole dovrebbe essere concessa una buona dose di autonomia. In caso di chiusura forzata per una nuova emergenza sanitaria si procedere con la Didattica a Distanza. Per il resto la nuova didattica sarà decisa dai singoli istituti, chiamati ad adeguarsi alla nuova situazione in base alle possibilità e alle disponibilità. La nuova scuola si potrebbe fondare sulla divisione delle classi in più gruppo e si dovrebbe iniziare con la didattica mista, in parte in presenza e in parte a distanza.
Le scuole potranno sfruttare anche spazi esterni messi a disposizione per poter strutturare la divisione e la turnazione anche in orari extra-scolastici.
Secondo il CorSera nel documento non sarebbero contemplate le mascherine, le visiere o le tanto discusse barriere in plexiglas. Si farebbe invece riferimento alle indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico, che ribadisce la necessità di mantenere la distanza fisica di in metro. I bambini della scuole dell’infanzia non dovranno indossare le mascherine. I bambini inoltre non potranno portare giochi da casa e dovranno rimanere sempre con lo stesso gruppo.
Sarebbe sventato il rischio di chiusura delle mense, tenute a proseguire il proprio servizio. La mensa dovrà rimanere aperta e dovrà garantire il pieno funzionamento, magari procedendo con turnazioni.
‘Per me le risorse alla scuola e all’università sono quelle spese meglio. Abbiamo già messo più di un miliardo e metteremo tutto ciò che serve per far ripartire la scuola in sicurezza’, ha detto il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, rispondendo ad Agorà su Rai3 alla domanda sul miliardi di euro chiesto dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.
‘Abbiamo ridotto le tasse a 16 milioni di lavoratori e dal primo luglio gli stipendi aumenteranno per 16 milioni di persone, per 4,5 milioni aumenteranno di 180 euro netti al mese, per 11 milioni i vecchi 80 euro arriveranno a 100 euro, un aumento significativo, sono sette miliardi di tasse tagliate in modo permanente, un primo passo della riforma più ampia Irpef’, ha aggiunto il ministro.