“I ragazzi sono felici di essere tornati a scuola. E ci devono rimanere. Anche per quelli più grandi la didattica in presenza è fondamentale perché garantisce formazione ma anche socialità, che altrimenti i giovani andrebbero a cercare altrove”. Lo ha detto la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina.
“I numeri e le analisi dell’Istituto Superiore di Sanità ci confermano che i contagi non avvengono dentro le scuole. L’attenzione deve essere invece orientata fuori, alle attività extrascolastiche, come ribadiamo da tempo”, ha aggiunto la ministra.
Le Regioni nel corso della cabina di regia con il governo sulle misure da inserire nel prossimo Dpcm contro la diffusione del Coronavirus hanno proposto di far seguire ai ragazzi delle scuole superiori a seguire le lezioni da remoto.
Giovanni Toti ha parlato a nome dei governatori: alla luce dell’aumento dei contagi e dell’affollamento dei mezzi pubblici, è stato suggerito all’esecutivo di trasformare in didattica a distanza alcune delle classi superiori visto che i ragazzi possono stare a casa da soli senza incidere sulle esigenze familiari. ‘Sarebbe abbastanza coerente pensare anche ai mezzi pubblici, siccome ancora oggi un piano di incremento vero e proprio degli stessi da parte del governo non è stato predisposto’, ha spiegato il presidente della Liguria.
‘Non se ne parla’, è il virgolettato attribuito da La Repubblica a Lucia Azzolina. La linea del ministro dell’Istruzione è stata chiara da sempre: la priorità resta la scuola in presenza, da considerarsi unica e insostituibile. Non a caso da parte sua è arrivato un secco no. Anche perché ritiene che i focolai legati alla scuola siano contenuti, che i protocolli stiano funzionando e che le cause dei contagi tra gli studenti andrebbero trovate spesso nei contesti esterni.
Intanto il premier Conte non ha chiuso categoricamente a questo scenario e starebbe riflettendo in merito: per il momento il governo si è limitato a prendere atto del progetto, rinviando la valutazione e dedicendo di non inserire questa soluzione nel nuovo Dpcm che sostituisce quello in scadenza il 15 ottobre.
La situazione però si fa sempre più tesa e la questione potrebbe presentarsi nuovamente nelle prossime ore: i governatori premono per una soluzione rapida sui trasporti locali, ormai da un mese sotto pressione a causa del ritorno fisico a scuola. L’auspicio sarebbe quello di una riduzione della capienza al 50%, ma ciò sarebbe possibile solo tramite il ritorno alle lezioni online. Le Regioni infatti non sarebbero intenzionate a mollare e perciò potrebbero risollevare il caso già domani, mercoledì 14 ottobre, in occasione della riunione organizzata con il ministro dei Trasporti Paola De Micheli.
La partita tra governatori e Stato resta aperta: ormai il ripristino della didattica a distanza è sul tavolo e non verrà di certo fatto fuori con estrema facilità.
Luca Zaia non sembra piegare la testa al rifiuto del governo: ‘Se tagliate ancora i posti del trasporto pubblico non resta che lasciare a casa gli studenti più grandi’.
Conte nei prossimi giorni si troverà di fronte all’ennesimo bivio: mezzi pubblici meno affollati per tutti rinchiudendo di nuovo 2 milioni e mezzo di ragazzi in casa oppure trasporti ingolfati con l’alto rischio di contagio?