Scuola, studenti in sciopero: 10 mesi di attesa. “Attentato a diritto studio”

Oggi molti studenti delle scuole superiori in Italia sono in sciopero dalla dad per chiedere una ripresa in sicurezza delle lezioni in presenza. I rappresentanti di oltre 40 istituti superiori della Capitale e della consulta studentesca di Roma scrivono una dura lettera, che LaPresse ha potuto visionare, indirizzata al prefetto della città, al Comune, alla Regione Lazio, alle commissioni Cultura di Camera e Senato, alla ministra Azzolina, al premier, al commissario Arcuri per mettere in evidenza le criticità del rientro in presenza per gli studenti. Troppi gli ostacoli, per i ragazzi, legati anche a problematiche pregresse che l’emergenza ha evidenziato. Carenze, scrivono, “che da anni ci danneggiano e ci limitano”, dai mancati investimenti all’edilizia lasciata ai margini e ancora “ambienti inadeguati e insufficienti, edifici insicuri, docenti numericamente insufficienti”.

Ma Le ragioni delle difficoltà del rientro sono anche legate all’atteggiamento politico e amministrativo nei confronti del mondo della scuola in emergenza Covid: “Da dieci mesi a oggi non si è riusciti a trovare soluzioni, ma ci si è limitati ad abbracciare una logica attendista, sperando solo in un miglioramento della situazione dell’emergenza sanitaria. L’indignazione per l’insipienza e l’incapacità di trovare un piano efficace e sicuro per consentire il rientro a scuola degli studenti, ha ormai raggiunto tra noi (e anche tra tanti docenti) un limite insormontabile. Le soluzioni imposte equivalgono in sintesi ad un vero e proprio attentato al diritto allo studio e all’apprendimento. Da considerare, inoltre, come gli studenti sarebbero tenuti a pranzare al banco rischiando anche di vanificare il rispetto delle norme anti-COVID. L’organizzazione attuale prevede infatti un distanziamento di un metro dalle rime buccali, distanziamento che risulterebbe insufficiente, data la necessità di abbassare le mascherine durante il pasto. Noi studenti vorremmo tornare a scuola in presenza, al più presto, ma vorremmo tornarci in sicurezza”, si legge nella missiva.

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