‘È molto triste che nel nostro Paese, che, molto prima di altri, ha abolito le classi differenziali individuando nuovi modelli didattici in cui attivare forme di integrazione trasversale e in cui l’inclusione riguarda tutta la classe, si verifichino episodi di questo genere’, lo dichiarano la responsabile Scuola del Pd Simona Malpezzi e la deputata della VII Commissione Laura Coccia, commentando il regolamento approvato dal Consiglio della Scuola Svizzera di Milano, fondata nel 1919 e una delle 18 Scuole Svizzere all’estero, sottoposta alla sorveglianza del Dipartimento Federale degli Interni di Berna.
Al punto 2.5 del regolamento si legge infatti che ‘essendo la Scuola Svizzera impegnativa e multilingue, non è ottimale per studenti affetti da disturbi dell’apprendimento, quali: dislessia, discalculia, ADHS, Sindrome Asperger, autismo, e disturbi comportamentali. Precisiamo che le scuole svizzere in Italia non sono paritarie e non beneficiano di alcun finanziamento da parte dello Stato, affermano Malpezzi e Coccia, tuttavia dal 1999 il certificato di maturità che rilasciano è riconosciuto in tutta Italia allo stesso livello di un diploma di scuola secondaria superiore secondo un accordo tra il nostro governo e quello svizzero. Il Pd, nel biasimare questa scelta, ribadisce il suo impegno per promuovere l’inclusione di tutti i bambini e ragazzi senza alcuna distinzione. Ci dispiace per gli studenti della scuola svizzera che non potranno beneficiare della straordinaria esperienza di una scuola accogliente e inclusiva. Il successo formativo degli studenti dipende anche dalla capacità di comprendere le diversità e interagire con tutti, nessuno escluso.