Il gettone telefonico ha tenuto in contatto gli italiani dagli anni venti fino agli albori del 2000. Questo iconico strumento, comprato, cercato, scambiato e prestato da milioni di italiani è caduto in disuso con il nuovo millennio, l’entrata in vigore dell’euro e l’avvento dei cellulari. Queste particolari monete sono diventati, così, oggetti da collezione che potrebbero valere una fortuna.
Il Gettone telefonico è diventato un oggetto d’antiquariato di valore
Il gettone telefonico è un raro caso di moneta (intesa come denaro) non emessa dalla zecca dello Stato, dunque il suo declino ha fatto impennare il mercato dei collezionisti, sempre alla ricerca di questi pezzi, che negli anni hanno fatto accrescere il loro valore.
All’inizio c’erano solo tre tipologie di gettoni che si distinguevano a seconda della distanza da coprire.
Il gettone di tipo A era generalmente usato per chiamate fino a 3 km di distanza. La moneta era riconoscibile perché presentava due scanalature su una faccia e una sull’altra.
Il gettone di tipo B invece era per chiamate a medio raggio tra i 3 e i 10 km e presentava una scanalatura laterale su ogni faccia.
L’ultima moneta (quella di tipo C ) era usata principalmente per le chiamate interurbane ossia per distanze superiori ai 10 km, la particolarità di questa moneta era la sua scanalatura centrale e laterale solo su una faccia.
Per i collezionisti una vera moneta da collezione deve essere perfetta, senza né graffi né scalfitture. I pezzi più rari sono quelli con piccoli errori di conio.
Il primo gettone coniato in Italia è quello della Stipel nel 1927. Questa moneta è una delle più particolari e più difficili da trovare, si riconosce facilmente dalla doppia scanalatura su un lato e una sull’altro. Per questa moneta la base d’asta si aggira intorno ai 30- 40 € ma la sua quotazione può arrivare fino a 100 €.
Nel 1928 l’officina Timo di Bologna conia l’omonimo gettone con la sigla inserita in un rombo. Questa moneta è una delle più rare e la sua quotazione va dai 100 ai 200 €.
Il gettone Telve, invece, del 1932 è considerato il pezzo più raro in assoluto, la sua base d’asta supera i 250 €. Il gettone è in ottone e a una scanalatura a destra, dall’altro lato, invece, la scritta “Società telefonica delle Venezie”.
Nel 1934 le officine S.E.T di Napoli coniarono un gettone con ambo le facce della moneta identiche. La quotazione di questo pezzo si aggira intorno a 70 € se presenta l’acronimo “S. E. T” mentre se presenta anche il punto dopo la T, il suo valore aumenta fino a 180 €.
Nel 1935 a Roma l’azienda Teti ha coniato un gettone telefonico considerato molto raro, il suo valore però si aggira intorno ai 20 € fino a un massimo di 200 in condizioni eccezionali. La qualità dell’alluminio e il suo colore sono i parametri principali per la sua quotazione.
Tutti i gettoni coniati dalla SIP dal 1959 fino al 2000, hanno anch’essi un certo valore, che a seconda delle annate/sigle possono raggiungere cifre che variano tra i 15 € (per le seri: 7502, 7706, 7803, 7901, 8011 ) e i 50 € (per le serie: 6504, 7110, 7304, 7412, 7704). Anche se nella maggioranza, dei casi il valore del singolo gettone telefonico non supera 1 €.