Nel caso in cui il governo dovesse cadere prima del voto del Senato sulla incandidabilità di Silvio Berlusconi al Cavaliere sarebbero comunque chiuse le porte del Parlamento. La conferma arriva Darro Stefano, presidente della Giunta per le elezioni di Palazzo Madama. “Assolutamente no la Giunta decide sulla decadenza dall’attuale mandato. In ogni caso, la legge Severino introduce un argomento che sarò ineludibile e a me sembra impossibile che gli organi preposti alla validazione del risultato elettorale, in primis la Corte di Appello, possa validare l’elezione di uno incorre nelle prescrizioni della legge Severino”, dice l’esponente di Sel in una intervistato a Radio Capital. Stefano cita, a sostegno delle sue osservazioni, un caso e già applicato alle ultime amministrative ovvero il caso di ‘Tarzan’, cioé Andrea Alzetta (Sel), dichiarato non proclamabile dopo l’elezione in Consiglio comunale a Roma. Ma il presidente della Giunta delle elezioni è comunque convinto che, dopo l’esame della pratica da parte della sua Commissione, l’Aula del Senato “voterà sulla decadenza di Berlusconi entro ottobre e ce la faremo”. “I tempi della Giunta dipendono dalle decisioni del relatore, ma questo – assicura – cambierà di poco, una settimana in più o in meno, a settembre. Poi l’aula voterà entro il mese di ottobre”.
Nitto Palma: Faremo ricorso al Tar. Ma la previsione del presidente della Giunta per le autorizzazione è rigettata dall’ex Guardasigilli, Nitto Palma, che annuncia un ricorso al Tar. “La legge Severino prevede le categorie di incandidabilità che riguardano quei soggetti incorsi in una condanna e, nell’eventualità si verifichi nel corso del mandato parlamentare, la decadenza. Qualora l’Aula non si dovesse pronunciare sulla decadenza in ragione dell’eventuale caduta del governo e dello scioglimento del Parlamento, la Corte d’Appello potrebbe assumere il provvedimento indicato, fermo restando che comunque sarebbe percorribile un ricorso al Tar nel cui ambito si possono sollevare tutte le questioni giuridiche già sollevate in Giunta”. Per il presidente della commissione Giustizia del Senato (Pdl), “la legge dice quando uno si trova in una situazione di incandidabilità e ciò consente alla Corte d’Appello di sospenderlo dalle liste elettorali, ma si può agire davanti al giudice amministrativo e avanzare tutte le questioni giuridiche che sono già state avanzate o che verranno avanzate davanti alla Giunta per le elezioni”.