Seconda ondata, elezioni USA e tensioni con la Cina: tre incognite sull’economia mondiale

“La pandemia di coronavirus rimane la principale fonte di incertezza per l’economia mondiale. E i rischi per le prospettive mondiali rimangono orientati al ribasso alla luce della persistente incertezza sull’evoluzione della pandemia, che potrebbe segnare l’economia mondiale in maniera duratura”.

L’ultimo bollettino mensile della Bce traccia un quadro, tra luci e ombre, dell’economia mondiale in questa fase di transizione fortemente condizionata dal Covid-19 precisando che  “Altri rischi al ribasso riguardano l’esito dei negoziati sulla Brexit, il rischio di un aumento del protezionismo commerciale e gli effetti negativi di più lungo termine sulle catene di approvvigionamento mondiali” .

“La crisi legata al Covid – si legge ancora –  ha rappresentato un triplice shock per l’economia mondiale”. “A differenza delle crisi passate, questa crisi ha colpito in modo particolarmente grave i consumi privati nel primo semestre del 2020”, si legge. “In prospettiva, se è probabile che gli effetti negativi delle misure di contenimento verranno meno e che la produzione mondiale registrerà un graduale recupero, la perdurante incertezza circa le prospettive economico-sanitarie continuerà a gravare sui consumi, frenando così una ripresa più vigorosa dell’attività economica”.

Il quadro è già abbastanza compromesso, ma il peggio è che sull’economia mondiale avanzano nuvoloni. Il primo si chiama seconda ondata. La pandemia marcia a passo sostenuto in Europa. Dalla Francia alla Spagna passando per la Gran Bretagna di Boris Johnson che è dovuto correre ai ripari introducendo nuove restrizioni.Inutile dire quale impatto avrebbe una seconda ondata, peggiore della precedente, con lockdown che darebbero il colpo di grazia definitivo.

C’è poi l’appuntamento con le elezioni in Usa, in programma il 3 novembre. Se prima dell’esplosione della pandemia, la conferma di Trump alla Casa Bianca sembrava poco più di una formalità, la cattiva  gestione della pandemia ha messo i bastoni tra le ruote a vantaggio dell’avversario Biden che volava nei sondaggi, almeno fino a poco tempo fa.

Uno degli ultimi sondaggi, che ha fatto molto rumore, certifica il sorpasso di Trump considerando che fino a poco fa fa l’ex vice di Barack Obama veniva dato da alcuni istituti di rilevazione avanti di dieci lunghezze. La partita è più aperta di quanto si potesse pensare fino a qualche tempo fa.

Giorni fa, intanto, è arrivata un’altra notizia: Tesla ha deciso di fare causa all’amministrazione Trump sui dazi imposti all’import di alcuni componenti per auto che la società produce in Cina e secondo quanto riporta la stampa americana, ha presentato la sua azione legale alla Us Court of International Trade di New York, e punta a ottenere un ordine che dichiari i dazi fuori legge e le restituisca, con gli interessi, quanto già pagato.

Senza contare che sale sempre di più l’asticella della tensione tra USA e Cina. Durissime le accuse del tycoon che nei giorni scorsi hanno fatto tremare il Palazzo di Vetro di New York dove a distanza di pochi minuti è andato in scena un vero e proprio duello con il presidente cinese Xi Jinping. In un discorso-lampo.  Trump ha usato parole al vetriolo  invitato l’Onu a “ritenere responsabile” il gigante asiatico per la diffusione della pandemia, per quella piaga, quel “nemico invisibile” che ha infettato il mondo intero e che il tycoon è tornato a chiamare “China virus”.

Ovviamente Pechino non ci sta, respinge le accuse al mittente e il collega Xi accusa Trump  di voler “politicizzare” l’emergenza sanitaria proprio in chiave elettorale, quando mancano pochi giorni  all’Election Day.

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