Provincia autonoma di Trento e Apss faranno tutto il possibile per garantire la funzionalità dei presidi sanitari di valle, a Cavalese come negli altri punti della rete, secondo il modello “dell’ospedale diffuso”, ritenuto la carta vincente per interpretare le sfide della sanità del futuro in un’ottica di coesione e sviluppo territoriale. Lo ha ribadito l’assessore provinciale alla salute, Stefania Segnana, assieme al direttore generale Apss Antonio Ferro, durante la riunione, presso l’ospedale di Fiemme a Cavalese, del Consiglio della salute delle valli dell’Avisio, che riunisce i rappresentanti istituzionali del territorio. Un confronto nel quale sono state toccate anche le criticità per il comparto, a partire dalla carenza del personale che è comune non solo al resto del Trentino ma a tutto il Paese.
“Essere qui a Cavalese è importante – ha detto l’assessore Segnana – per incontrarci di persona e approfondire i temi relativi alla sanità sul territorio. I punti di forza e le difficoltà che stiamo affrontando, come la rimodulazione dell’attività chirurgica a Cavalese di cui si è parlato nel dibattito pubblico nei giorni scorsi. Siamo qui per spiegare alla comunità cosa c’è dietro le scelte e riportare un’informazione corretta. Ma al netto delle difficoltà affrontate – ha aggiunto Segnana -, vogliamo ribadire un messaggio di attenzione alla comunità. Provincia e Apss faranno tutto il possibile per garantire la rete dei servizi sanitari in Trentino. Il nostro territorio è attrattivo e ha saputo mettere in campo soluzioni che daranno risultati nei prossimi anni”.
L’assessore ha inoltre ricordato la prossima attivazione del servizio di elisoccorso con base all’ospedale di Cavalese, “una risposta ad una richiesta della comunità per essere più vicini nei casi di emergenza e rispondere al fabbisogno di interventi tempestivi, sul quale influisce anche l’afflusso turistico”.
All’incontro, nella sala riunioni dell’ospedale di Fiemme, hanno partecipato il presidente della Comunità di Fiemme e del Consiglio della salute Giovanni Zanon, il presidente della Comunità della valle di Cembra Simone Santuari e i sindaci delle aree interessate. Presenti anche i dirigenti di Apss: oltre al dg Antonio Ferro, il direttore del servizio politiche sanitarie e non autosufficienza Andrea Anselmo, la direttrice amministrativa di Apss Sara Girardi, Elena Bravi, direttore per l’integrazione socio sanitaria, Enrico Nava, responsabile distretto sanitario est, il direttore dell’ospedale di Cavalese Armando Borghesi.
Il dg Ferro si è soffermato innanzitutto sul tema del personale. “La situazione è difficile e critica, riguarda tutta Italia e territori a noi vicini. Noi, tuttavia, cerchiamo di mantenere una sanità ottimale, con il sistema programmatorio dell’ospedale diffuso che ci permette di mantenere aperti i punti sul territorio nonostante le difficoltà. Per i prossimi due-tre anni sarà proprio il reperimento del personale, elemento fondamentale per avere una sanità di qualità, la priorità a cui rispondere. Lo faremo con tutte le soluzioni messe in campo. Ad esempio il progetto ‘Attrattività’, cioè la campagna di comunicazione mirata che ci sta permettendo di avere una buona partecipazione in termini di candidati ai concorsi banditi. Sarà comunque necessario il supporto delle comunità locali soprattutto per quanto riguarda la disponibilità degli alloggi per il personale”.
Nel dibattito i rappresentanti del territorio hanno evidenziato quelle che sono ritenute le priorità per l’offerta dei servizi socio-sanitari alla comunità.
Da parte del direttore dell’ospedale Armando Borghesi sono stati illustrati i dati del presidio sanitario di Cavalese che evidenziano un’attività stabile nei numeri e anche per gli organici.
L’ospedale, che ha recuperato i volumi pre-pandemia, registra un incremento degli accessi al pronto soccorso, passati dalle 19.482 unità del 2019 (anno di riferimento come standard pre-Covid) alle 20.040 del 2022.
Le sedute operatorie sono passate da 520 a 582 nello stesso intervallo, gli interventi programmati sono aumentati da 1.108 a 1.212.
Stabile, nonostante le criticità prima citate, il dato sul personale. Il totale dell’organico si conferma oltre le 280 unità. Di queste, circa 40 unità appartengono ai servizi territoriali, ovvero cure primarie, riabilitazione, salute mentale.