Lungo 16 centimetri, il Tuatara sembra una lucertola, ma non lo è. È piuttosto un rettile misterioso, scoperto dallo Smithsonian Institution.
Felici di aver compiuto un altro passo avanti nella comprensione dell’evoluzione della Terra. Si sta parlando, precisamente del Giurassico del Nord America, che risale a circa 150 milioni di anni fa.
La scoperta degli scienziati
Il ritrovamento è stato fatto a ridosso del Wyoming settentrionale, in una zona interna nella parte occidentale degli Stati Uniti. Lo si deve a un team di ricercatori che stava analizzando un antichissimo nido di Allosauri.
Il fossile rinvenuto, però, non era quello che ci si aspettava. Lo scheletro, infatti, è simile a quello di un’iguana un poco più grande. I particolari hanno permesso di chiarire che si tratta di un rincocefalo, una sorta di antenato delle lucertole che risale a 230 milioni di anni fa.
La storia del tuatara e l’evoluzione della Terra
Il tuatara, che sembra una lucertola ma non lo è, aveva un’importante funzione ‘ecologica’. La sua dieta si basava su pesci, parassiti e piante infestanti. La sua scomparsa coincide con la diffusione capillare di lucertole e serpenti, ma rappresenta un vuoto evolutivo.
Non si spiega come non sia sopravvissuto, convivendo con altre specie. La conformazione della mascella e la presenza di una membrana, avrebbe potuto resistere sia alle alte che alle basse temperature.
Secondo gli esperti questo rettile misterioso potrebbe essere scomparso per via del cambiamento climatico e del suo habitat naturale. Si ipotizza che non sia riuscito a trovare sufficienti risorse riproduttive e alimentari.
Gli insetti e i vegetali che facevano parte della sua dieta, con molta probabilità, sono diventati il pasto di serpenti e lucertole. Un’altra scoperta importante fatta di recente, invece, riguarda un pesce che sembra innocuo ma è pericolosissimo.
“È affascinante osservare il passaggio di predominio di uno spazio da un gruppo all’altro, così come è interessante supporre che, in qualche modo, una specie sia scomparsa per far posto a qualcosa di nuovo e più ‘efficace’ evolutivamente parlando. Servono però delle altre ricerche per sapere se ci sfugge dell’altro. E sono sicuro che sia così”: ha detto Matthew Carrano, curatore della sezione Dinosauria del National Museum of Natural History e nel team di ricerca che ha riportato alla luce il fossile in questione.
Così come hanno dimostrato gli enormi vortici avvistati in mare, non ci resta, quindi, che attendere ulteriori, affascinanti sviluppi e saperne di più sui misteri della Terra.